Tusk: “Non voglio spaventare nessuno ma in Europa dobbiamo prepararci alla guerra”
“Non voglio spaventare nessuno, ma la guerra non è più un concetto del passato. È reale, è già iniziata più di due anni fa. La cosa più preoccupante è che ogni scenario è possibile. È la prima volta dal 1945 che ci troviamo in una situazione del genere”. A parlare è Donald Tusk, primo ministro della Polonia ed ex presidente del Consiglio europeo (in carica dal 2014 al 2019).
“So che sembra devastante, soprattutto per i più giovani, ma dobbiamo abituarci mentalmente all’arrivo di una nuova era. È l’era prebellica. Non sto esagerando. Sta diventando ogni giorno più evidente”, dice in un’intervista rilasciata ai giornali del Consorzio Lena, tra cui il quotidiano italiano La Repubblica.
Il premier polacco è tra i più decisi sostenitori della necessità di aumentare le spese militari nell’Unione europea: “A prescindere da chi vinca le elezioni americane, se Joe Biden o Donald Trump – osserva – è l’Europa che deve fare di più sulla difesa. Non per raggiungere l’autonomia militare nei confronti degli Usa o per creare strutture parallele alla Nato, ma per sfruttare meglio il nostro potenziale, le nostre capacità e la nostra forza”.
“Non c’è motivo – prosegue Tusk – per cui gli europei non debbano rispettare un principio fondamentale e spendere almeno il 2% del Pil per la difesa (…). Non capisco chi lo mette in discussione. Possiamo discutere di Eurobond per la difesa e di un maggior coinvolgimento della Bei. Ma dobbiamo spendere il più possibile per acquistare attrezzature e munizioni per l’Ucraina, perché stiamo vivendo il momento più critico dalla fine della Seconda guerra mondiale”.
“I prossimi due anni – avverte – saranno decisivi. Se non riusciremo a sostenere l’Ucraina con attrezzature e munizioni sufficienti, se perderà, nessuno in Europa potrà sentirsi al sicuro”.
Quando gli viene chiesto cosa accadrebbe se l’Ucraina perdesse la guerra, Tusk risponde così: “Abbandoniamo i ‘se’. Il nostro obiettivo principale deve essere quello di proteggere l’Ucraina dall’invasione russa e di tutelare la sua indipendenza e integrità. Il destino dell’Ucraina è soprattutto nelle nostre mani. Non mi riferisco alla sola Polonia o all’Ue, ma all’intero Occidente”.
Il leader di Varsavia, presidente della formazione Piattaforma Civica, che nell’Ue aderisce al Partito Popolare, si definisce “il politico più filoucraino d’Europa” ma – di fronte alle proteste dei contadini polacchi per il probabile ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea – puntualizza che con Kiev serve “un accordo equo”: “All’ultimo Consiglio europeo – sottolinea – ho sostenuto che l’idea del libero scambio con l’Ucraina deve essere ripensata. Credo di aver convinto Francia, Italia e Austria”.