La Turchia sospende 13mila poliziotti
Continuano le purghe volute da Erdogan per disfarsi dei potenziali nemici dopo il tentativo di colpo di stato di luglio
Le autorità turche hanno sospeso quasi 13mila agenti di polizia, arrestato decine di uomini dell’aeronautica e chiuso un’emittente televisiva nella giornata di martedì 4 ottobre 2016, inasprendo ulteriormente il giro di vite sui presunti nemici dello stato dopo il fallito golpe di luglio.
La sede centrale della polizia turca ha fatto sapere che 12.801 agenti, inclusi 2.523 capi di polizia, sono stati sospesi per presunti collegamenti con il religioso turco residente negli Stati Uniti Fethullah Gulen, che Ankara ritiene responsabile del tentativo di colpo di stato.
Poche ore prima, il vice primo ministro Numan Kurtulmus aveva annunciato che il governo ha deciso di estendere di 90 giorni lo stato di emergenza.
Oltre ad aver sospeso circa il 5 per cento delle forze di polizia, le autorità hanno anche arrestato 33 membri dell’aeronautica militare e l’emittente privata Imc è stata chiusa per aver diffuso “propaganda terroristica”.
Secondo l’agenzia di stampa di stato Anadolu, 37 persone impiegate negli uffici del ministero dell’Interno sono state rimosse dai loro incarichi.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avviato una campagna su vasta scala per disfarsi dei membri dissidenti all’interno dell’apparato statale, incluse le forze armate, le forze dell’ordine, l’istruzione e il giudiziario.
L’offensiva ha riguardato centinaia di migliaia di presunti aderenti al movimento gulenista e simpatizzanti dei militanti curdi.
Uno degli agenti di polizia sospesi oggi, un uomo di 26 anni, si è suicidato sparandosi un colpo di pistola alla testa in un parco di Mersin, sulla costa mediterranea.