Siria, ultime notizie | Cessate il fuoco violato: morti e feriti a Ras al Ayn. L’Ue intanto condanna l’azione unilaterale della Turchia
Gli aggiornamenti in tempo reale sull'invasione turca nel Nord della Siria
Le ultime notizie sull’offensiva della Turchia in Siria contro i curdi
Primo giorno di cessate il fuoco in Siria dopo l’accordo stretto ad Ankara nella giornata di ieri, giovedì 17 ottobre, tra il vicepresidente Usa Mike Pence e il presidente della Turchia Racep Tayyip Erdogan, che prevede il ritiro dei curdi dal confine con la Turchia entro 5 giorni. Ma, secondo le Forze democratiche siriane a guida curda, “la Turchia sta già violando la tregua”.
Secondo quanto stabilito dall’accordo (qui i dettagli della tregua), i curdi dovrebbero ritirarsi da una “linea di demarcazione” a 32 chilometri dal confine. Una volta terminato il ritiro dei curdi, che avverrà sotto la supervisione Usa, la Turchia ritirerà le proprie truppe dal nord della Siria.
I curdi, inizialmente restii, hanno affermato di essere pronti a rispettare la tregua, così come dichiarato da Al Arabiya Aldar Xelil, politico ed ex portavoce dell’amministrazione curda.
Nel frattempo, nella notte tra giovedì 17 e venerdì 18, il Consiglio europeo si è riunito e ha condannato “l’azione militare unilaterale della Turchia nella Siria nord-orientale”. L’Ue, presso atto del cessate il fuoco, ha poi esortato nuovamente “la Turchia a porre fine alla sua azione militare, a ritirare le sue forze e a rispettare il diritto internazionale umanitario”.
Sul campo di battaglia è salito a 702 il nuovo bilancio dei “terroristi neutralizzati” (cioè uccisi, feriti o catturati) dall’inizio dell’operazione militare della Turchia contro i curdi nel nord-est della Siria. L’agenzia statala Anadolu riferisce inoltre che sarebbero 71 i miliziani siriani cooptati da Ankara morti nei combattimenti dall’avvio dell’offensiva, mentre l’Osservatorio siriano per i diritti umani fissa il numero dei combattenti curdi morti a 224, a fronte di 183 miliziani filo-Ankara. 72, invece, sarebbe il numero dei civili morti durante l’invasione turca.
TPI ha sul campo l’inviata speciale Benedetta Argentieri che da lì documenta tutto quello che sta accadendo nel Rojava a danno dei curdi, violentemente attaccati da Erdogan.
Qui le ultime notizie, il bollettino, di venerdì 18 ottobre 2019:
ore 21,00 – Stoltenberg: “Accordo Usa-Turchia è base per de-escalation”. “Con il segretario Pompeo abbiamo discusso della situazione nel nord-est della Siria. Accolgo con favore l’accordo tra i due alleati della Nato, Stati Uniti e Turchia. La situazione rimane instabile e difficile, ma speriamo che questo accordo possa aiutare ad una de-escalation”, ha precisato Stoltenberg.
ore 19,16 – Il commento di Trump sulla tregua. La Turchia sta tornando ad una “pausa completa” in Siria, dopo le breve rottura del cessate il fuoco: lo ha detto Donald Trump parlando con i cronisti.
ore 18,36 – Catturati jihadisti dell’Isis. Almeno 195 jihadisti dell’Isis su 750 che erano stati liberati dalle milizie curdo-siriane sono stati nuovamente catturati durante le operazioni militari della Turchia nel nord della Siria. Lo ha sostenuto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, precisando che i cittadini turchi tra questi verranno trasferiti e processati in Turchia.
ore 18,15 – Ong, medici e aiuti ancora fuori da Ras al Ayn. Convogli di aiuti umanitari e personale medico restano alle porte di Ras al Ayn e non sono ancora potuti entrare nella città del nord-est della Siria sotto assedio turco. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo cui le carovane di decine di mezzi della Mezzaluna Rossa curda e altre organizzazioni provenienti da sud-est sono ferme da stamani al villaggio di al Mashrafa, a circa 7 km dal centro della cittadina strategica al confine turco, bloccate dal fuoco delle milizie siriane filo-Ankara, nonostante la tregua concordata ieri sera da Turchia e Stati Uniti.
ore 18,00 – Il bilancio dei morti. È di almeno 7 civili uccisi e altri 21 feriti il bilancio dei raid aerei compiuti oggi dalla Turchia sulla zona di confine di Ras al Ayn nel nord-est della Siria, nonostante la tregua siglata ieri sera con gli Usa. I bombardamenti hanno ucciso ance 4 combattenti curdi. Lo sostiene l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
ore 17,00 – Abbattuto elicottero turco. Un elicottero militare turco è stato abbattuto nel nord-est della Siria in circostanze ancora da verificare. Lo riferiscono le forze curdo-siriane che mostrano foto delle lamiere del velivolo a terra nella zona di Ayn Issa, tra Raqqa e il confine con la Turchia. Secondo le forze curde l’elicottero è stato abbattuto da mitragliatori curdi, ma non ci sono conferme. Né si conoscono le sorti dell’equipaggio del velivolo turco.
ore 16,30 – Iraq: Unhcr, più di 2000 profughi giunti dalla Siria – Sono oltre duemila i profughi siriani giunti negli ultimi giorni nel vicino Kurdistan iracheno. Lo riferisce l’agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). Secondo l’Unhcr, dei 2.300 profughi siriani in fuga dalla Siria nord-orientale la maggior parte sono donne e bambini. Nella Siria nord-orientale segnata dall’offensiva turca si registrano finora più di 300mila sfollati.
ore 15,35 – Conte a Erdogan: “Nessuna ipocrisia dell’Italia” – “Non c’è stata alcuna ipocrisia da parte dell’Italia, è un’accusa che respingo categoricamente”, ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa da Bruxelles, rispondendo ad una domanda sulle accuse di Ankara.
ore 15,15 – Macron: “Incontreremo Erdogan con Merkel e Johnson a Londra nelle prossime settimane” – “Sulla Turchia abbiamo preso una posizione comune condannando l’offensiva” in Siria “decidendo di sospendere le nostre armi verso la Turchia e abbiamo deciso con il premier britannico Johnson e la cancelliera Angela Merkel di incontrare Erdogan a Londra nelle prossime settimane”. Così il presidente francese Emmanuel Macron al termine del Consiglio europeo.
ore 15,10 – Erdogan: “I curdi hanno iniziato a ritirarsi” – I miliziani curdi dell’Ypg hanno iniziato a ritirarsi dalla zona di sicurezza turca nel nord-est della Siria. Lo sostiene il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, spiegando di aver ricevuto conferme al riguardo dal suo ministro della Difesa, Hulusi Akar.
Ore 14,30 – Si indaga sull’uso di armi chimiche. Esperti chimici dell’Onu hanno annunciato che stanno raccogliendo informazioni dopo le notizie sul presunto uso di fosforo bianco da parte delle forze turche nell’offensiva in Siria contro i curdi. Anche l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) ha reso noto che è “al corrente della situazione” e che sta “raccogliendo informazioni in merito al possibile uso di armi chimiche”.
Ore 14,20 – Erdogan: “Se salta tregua, l’offensiva sarà più dura”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato: “Alla fine delle 120 ore di tregua, martedì sera, la nostra operazione Fonte di pace continuerà in modo ancora più determinato se gli Usa non manterranno le promesse sull’evacuazione delle milizie curde Ypg dalla zona di sicurezza della Turchia”. Poi Erdogan ha aggiunto: “I leader occidentali che ci hanno chiamato per chiederci di interrompere la nostra operazione in Siria hanno dato prova di ipocrisia”.
Ore 13,30 – Erdogan: “Nostre truppe resteranno in Siria” – Il presidente turco Racep Tayyip Erdogan ha affermato che “in base all’accordo con gli Stati Uniti, le nostre truppe non lasceranno la zona di sicurezza”. In merito ad alcuni raid turchi avvenuti oggi nella città Ras al-Ain nonostante il cessate il fuoco, Erdogan ha dichiarato che “in questo momento, la tregua di 120 ore è in corso e che le notizie di scontri nell’area sono disinformazione”.
Ore 12,30 – Curdi: morti e feriti nei raid turchi di oggi – Secondo l’agenzia curda Firat, i raid e i bombardamenti di oggi, avvenuti nonostante il cessate il fuoco, avrebbero ucciso 5 combattenti curdi e ferito altri 2 miliziani. Inoltre, sempre secondo la stessa fonte, 8 civili sarebbero stati feriti in un altro villaggio della zona nel corso di uno dei bombardamenti turchi.
Ore 12,25 – Ambasciatore Turchia: “Danno alle relazioni con l’Italia” – L’ambasciatore della Turchia in Italia Murat Salim Esenli ha affermato che le dichiarazioni del governo italiano sull’offensiva turca in Siria hanno provocato “un danno nelle relazioni diplomatiche” tra i due paesi. Il diplomatico poi ha aggiunto: “Spero che possa essere riparato velocemente perché altrimenti avere conseguenze negative”.
Ore 12,15 – Curdi: “Turchia non rispetta il cessate il fuoco” – Mustafa Bali, responsabile della comunicazione delle milizie delle Forze democratiche siriane a guida curda, ha scritto su Twitter che “Nonostante l’accordo per interrompere i combattimenti, attacchi aerei e di artiglieria continuano a prendere di mira le posizioni dei combattenti, gli insediamenti civili e l’ospedale di Serekaniye/Ras al Ayn. La Turchia sta violando l’accordo sul cessate il fuoco continuando ad attaccare la città dalla scorsa notte”.
Ore 9,30 – Amnesty International: “Crimini di guerra dalla Turchia” – L’esercito turco e le milizie siriane sue alleate hanno compiuto “crimini di guerra” durante l’operazione militare contro i curdi: lo denuncia Amnesty International.
Ore 8,20 – Combattimenti in corso vicino frontiere – Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani al confine tra Siria e Turchia, in particolare nella città di Ras al-Ain, vi sarebbero degli “sporadici combattimenti” nonostante la tregua firmata nel pomeriggio di ieri, giovedì 17, dal vicepresidente Usa Pence e il presidente turco Erdogan (Qui l’articolo completo).
Ore 3,00 – Vertice Ue: “Stop azione unilaterale Turchia” – Approvando le conclusioni del vertice del 14 ottobre scorso, il Consiglio europeo afferma che “l’Ue condanna l’azione militare unilaterale della Turchia nella Siria nordorientale, che provoca inaccettabili sofferenze umane, mina la lotta contro l’Isis e minaccia pesantemente la sicurezza europea. Ed esorta nuovamente Ankara a ritirare le sue forze e a rispettare il diritto internazionale umanitario.
“Il Consiglio europeo – si legge ancora nel comunicato – prende atto dell’annuncio di ieri sera di Usa e Turchia su una pausa per tutte le operazioni militari. E ricorda che gli stati membri Ue hanno deciso di sospendere le licenze di esportazione di armi ad Ankara”.
“L’Unione europea continua a impegnarsi per affrontare efficacemente la grave crisi umanitaria e dei rifugiati alla luce delle esigenze in evoluzione, anche sostenendo gli stati membri che si trovano ad affrontare le sfide più gravi in termini di flussi migratori nel Mediterraneo orientale”.