Dopo la decisione del tribunale, il reporter veterano, molto noto anche come scrittore, è stato rimesso in libertà nella serata di ieri, mercoledì 14 aprile, secondo quanto riferisce la sua legale. Quello di Ahmet Altan, che si è sempre dichiarato innocente, era uno dei casi simbolo della repressione del presidente Recep Tayyip Erdogan contro giornalisti e intellettuali dopo il tentato golpe. Da tempo il suo rilascio veniva richiesto da più parti in Europa.
La storia dei fratelli Altan
Altan era stato inizialmente arrestato il 9 settembre 2016, insieme al fratello Mehmet, con l’accusa di appartenere a un’organizzazione criminale e di avere, attraverso una serie d’articoli, diffuso all’opinione pubblica messaggi subliminali che evocavano un colpo di stato. L’accusa era stata poi cambiata in appoggio esterno a un’organizzazione criminale.
Nel 2018 i fratelli Altan erano stati condannati all’ergastolo. Il 4 novembre 2019 Mehmet era stato assolto mentre la pena di Ahmet era stata ridotta a dieci anni e mezzo di carcere per l’infondata accusa di “aver collaborato volutamente e intenzionalmente con un’organizzazione terroristica”.
Ahmet Altan era stato scarcerato il giorno stesso ma riportato in carcere il 12 novembre a causa del ricorso della procura contro il suo rilascio. Il 7 gennaio 2020 la corte d’appello di Istanbul aveva aggiunto alla condanna ulteriori 5 anni e 11 mesi. Nei confronti di Altan era stata messa in piedi un’accusa pretestuosa che gli è costata prima una condanna all’ergastolo aggravato (senza possibilità di sconti di pena) nel 2018, stracciata in appello nel 2019, e poi un nuovo processo concluso con una pena di 10 anni e mezzo di prigione per sostegno a organizzazione terroristica (il movimento Hizmet dell’imam Fethullah Gulen). Fuori dal carcere ha trascorso appena un giorno, meno di 24 ore di rinnovata libertà prima di essere riarrestato. Lo scorso 2 marzo ha “festeggiato” i suoi 71 anni dentro il famigerato carcere di Silivri, nuova casa dei prigionieri politici turchi.
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