Nuova ondata di violenza tra esercito turco e Pkk
Un funzionario locale è stato ucciso nel sud est della Turchia. Nel fine settimana sono morte quasi 30 persone, tra militanti e soldati
Un funzionario locale è stato ucciso nel sud est della Turchia, dopo un fine settimana di violenza che ha causato la morte di quasi 30 militanti e soldati, secondo fonti della sicurezza turca.
Ibrahim Inco, leader locale della cittadina di Sarioren nella provincia di Sanliurfa, è stato colpito dopo che alcuni militanti del Pkk hanno dirottato la sua auto.
Si è trattato solo dell’ultimo episodio di violenza nel sud est della Turchia, dopo mesi di grande tensione, all’indomani dell’interruzione del cessate il fuoco che era durato due anni. È uno dei periodi più violenti in 31 anni di insurrezione dei curdi.
L’esercito ha fatto sapere che 25 militanti del Pkk sono stati uccisi nelle città di Nusaybin, Sirnak e Yuksekova in vari scontri durante il fine settimana.
Domenica 27 marzo, due soldati sono stati uccisi e sette feriti a Nusaybin, una città sul confine siriano.
In un altro incidente a Nusaybin, un soldato è stato ucciso da un cecchino e un ufficiale di polizia è stato ucciso in un attentato dinamitardo.
L’esercito ha inoltre lanciato decine di attacchi aerei contro le basi del Pkk nel nord dell’Iraq.
Il presidente Tayyip Erdogan ha detto la settimana scorsa che 300 membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi nell’ultimo anno. Si è trattato degli scontri più pesanti dal 1990. Ha detto che le perdite del Pkk sono state almeno 10 volte più alte.
Il Partito Democratico Popolare di opposizione (HDP), che rappresenta l’elettorato curdo, dice che centinaia di civili sono stati uccisi nelle operazioni militari, che si sono intensificate dal mese di dicembre 2015.