La Turchia ha chiesto a Google di cancellare la mappa del Grande Kurdistan
La guerra della Turchia contro i curdi passa anche per la geografia
La guerra della Turchia contro i curdi passa anche per la geografia: il governo di Ankara ha infatti chiesto a Google di rimuovere dal servizio Maps il “Kurdistan”, un territorio che comprende anche una parte della Turchia.
Il 28 dicembre 2018 il ministro per il Trasporto e le Infrastrutture, Cahit Turan, ha informato il parlamento che le autorità turche avevano contestato all’azienda la presenza su Google Earth di una cartina del Curdistan composto, oltre che dai territori iracheno, iraniano e siriano, anche da quello turco.
“I funzionari dell’Autorità per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno parlato con i rappresentanti della piattaforma Google perché la mappa venga rimossa d’urgenza nel rispetto degli statuti nazionali e internazionali”, ha detto il ministro.
La questione era stata sollevata da un deputato dell’Iyi Parti, un partito nazionalista e conservatore che nel corso di un’interrogazione parlamentare ha chiesto spiegazioni sulla mappa del Grande Kurdistan che compare su Google maps.
Il governo si è subito attivato per chiedere al servizio la rimozione della cartina, che secondo Ankara viola i confini nazionali e internazionali.
I curdi – L’avversità che il governo turco nutre per i curdi e il Kurdistan in generale è ben nota ed è riemersa prepotentemente con le ultime vicende in Siria.
Il presidente Erdogan ha minacciato di attaccare i territori siriani nelle mani delle forze curde YPG, approfittando della decisione degli Stati Uniti di ritirare le proprie truppe dal paese.
La maggior preoccupazione di Ankara infatti è che con la fine della guerra in Siria i curdi possano ottenere maggiore autonomia, spingendo la stessa minoranza che si trova in Turchia a chiedere maggiori diritti.
Il Grande Kurdistan – Con il termine Kurdistan o Grande Kurdistan si intende il territorio che comprende parte di Turchia, Iran, Iraq, Siria e Armenia.
In Iraq, i curdi hanno una maggiore autonomia politica e a settembre del 2017 il governo locale guidato da Barzani ha indetto un referendum per l’indipendenza della regione dal governo centrale.
Baghdad però ha ritenuto illegale il voto e ha riconquistato i territori curdi e le loro risorse petrolifere, mettendo fine alle mire indipendentisti di Barzani.