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Turchia: il principale alleato nazionalista di Erdogan ha offerto un accordo al leader curdo Ocalan

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A sinistra, Devlet Bahceli. A destra, Abdullah Ocalan. Credit: AGF

Il fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), in carcere da 25 anni, dovrebbe annunciare la fine dell'insurrezione armata e il suo gruppo arrendersi senza condizioni, in cambio della "speranza" di essere rilasciato

Il leader del Partito del movimento nazionalista (Mhp), Devlet Bahceli, alleato del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ha offerto al leader curdo fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) Abdullah Ocalan, detenuto da 25 anni per una condanna all’ergastolo in un carcere su un’isola a sud di Istanbul, la possibilità di essere rilasciato se annunciasse la fine dell’insurrezione contro Ankara.

Il discorso pronunciato ieri, a sorpresa, da Bahceli in Parlamento è solo l’ultimo segnale di apertura nel conflitto tra la Turchia e la minoranza curda, con scontri che nell’ultimo quarto di secolo hanno coinvolto anche Siria, Iraq e Iran. “Se l’isolamento del leader terrorista viene revocato, lasciatelo venire a parlare (in Parlamento, ndr)”, ha detto ieri Bahceli, rivolgendosi ai rappresentanti del movimento filo-curdo di sinistra, Partito dell’Uguaglianza e della Democrazia dei Popoli (Dem), che conta una cinquantina di deputati. “Lasciamo che gridi che il terrorismo è completamente finito e che l’organizzazione è smantellata”.

In questo caso, ha aggiunto Bahceli, allora al leader curdo dovrebbe essere dato “il diritto di sperare”, suggerendo un possibile rilascio. Secondo il leader del Mhp, non è necessario un nuovo processo di pace ma il Pkk deve arrendersi incondizionatamente turca e i suoi membri devono accettare di scontare le pene comminate nel rispetto della legge. A fronte di questa resa, Bahceli ha anche parlato di una serie di non meglio precisate “riforme democratiche” da attuare in seguito all’accordo con Ocalan.

L’appello del presidente del Partito del movimento nazionalista (Mhp) è piuttosto insolito visto che pronuncia regolarmente discorsi al vetriolo contro Ocalan, il Pkk e i politici del Dem, che considera alleati dei miliziani curdi. Tuttavia, alla riapertura del Parlamento di Ankara il 1° ottobre dopo la pausa estiva, Bahceli ha stretto la mano ai deputati del Dem, generalmente bersagli preferiti dei suoi attacchi.

Per tutta risposta, il co-presidente del Dem, Tulay Hatimogullari, ha detto in Parlamento che i suoi deputati sono pronti a fare la loro parte per “una pace onorevole”. “Quindi poniamo fine all’isolamento di Ocalan, uscirà e parlerà. Allora potremo sentire quello che ha da dire”, ha sottolineato Hatimogullari.

Il conflitto cominciato con l’insurrezione separatista lanciata dal Pkk nel 1984 ha provocato oltre 40mila morti in Turchia. Il partito è considerato un’organizzazione terroristica non solo da Ankara ma anche da Stati Uniti e Unione europea. Il governo turco di Erdogan avviò colloqui di pace con Ocalan e il Pkk nel 2012, ma il cessate il fuoco fallì nel luglio 2015, innescando il periodo più sanguinoso del conflitto, che ha coinvolto ampie fasce di territorio in Siria e Iraq.

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