Turchia, l’appello ai giudici del leader dell’opposizione Ekrem Imamoglu: “Non potete e non dovete restare in silenzio”

Il sindaco di Istanbul e candidato presidente in pecore del Chp alle elezioni del 2028 è stato arrestato con l'accusa di "corruzione" nell'ambito di un'indagine aperta nel 2023 su una vicenda risalente a otto anni prima, che allora gli impedì di correre contro Erdogan
Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul e leader dell’opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan, arrestato ieri in Turchia, ha lanciato oggi un appello alla magistratura, invitando i giudici a “reagire” e a “non restare in silenzio”, in un messaggio pubblicato su X dai suoi avvocati.
“Faccio appello agli organi della magistratura”, ha scritto oggi Imamoglu sui social. “Dovete agire e occuparvi di questa manciata di colleghi che stanno macchiando il nostro sistema giudiziario, umiliandoci sulla scena internazionale e distruggendo la nostra reputazione”, ha aggiunto il sindaco di Istanbul. “Non potete e non dovete restare in silenzio”.
Imamoglu si è poi rivolto direttamente a Recep Tayyip Erdogan accusandolo, senza però mai nominare direttamente il presidente della Turchia, di “innumerevoli macchie di cui non può rendere conto, né nel Paese né all’estero”. “Ha posato lo sguardo sulla mia ricchezza, sul mio lavoro e sulla fatica che ho accumulato per tre generazioni”, ha scritto il candidato in pectore del Partito popolare repubblicano (Chp) alle presidenziali del 2028. “Stai violando il mio onore e la mia dignità e usurpando il futuro dei miei figli. Stai facendo tutto questo con una manciata di persone non qualificate. Tutti i coinvolti in questo affare sono disonesti”.
“Le stesse persone che mi hanno sottratto il mio diploma (di laurea, ndr) attaccheranno le vostre proprietà, il vostro onore e i vostri beni e commetteranno ogni genere di appropriazione indebita e aggressione”, ha aggiunto Imamoglu riferendosi all’annuncio diramato il giorno prima del suo arresto dall’Università di Istanbul che lo ha privato del titolo universitario, prerequisito fondamentale, secondo la Costituzione, per candidarsi alla presidenza della Repubblica. “Come nazione, dobbiamo restare uniti contro questa malvagità”.
Quindi il sindaco di Istanbul si è appellato ai politici del partito conservatore Giustizia e Sviluppo (Akp) di Erdogan e ai suoi alleati al governo. “Tutto questo va oltre i partiti e gli ideali politici”, ha scritto Imamoglu. “Il processo ora riguarda la nostra nazione, in particolare le vostre famiglie. È giunto il momento di far sentire la nostra voce. Spero che tutti alzino la propria voce”.
Eletto sindaco di Istanbul due volte, nel 2019 e nel 2023, sconfiggendo i candidati dell’Akp, Imamoglu è stato arrestato ieri insieme al suo portavoce Murat Ongun e ad altre 98 persone accusate dall’ufficio del procuratore capo di Istanbul di far parte di “un’organizzazione criminale”. “È un colpo di stato civile!”, aveva denunciato ieri ill Partito Popolare Repubblicano (Chp), il principale movimento di opposizione in Turchia, che nel fine settimana avrebbe dovuto ufficializzare la candidatura del sindaco di Istanbul alle presidenziali del 2028.
Le accuse risalgono al periodo in cui Imamoglu era sindaco del distretto di Beylikduzu, nella zona europea del comune metropolitano di Istanbul, guidato dal politico del Chp dal 2014 al 2019. Un’indagine già aperta nel 2023 per alcune presunte irregolarità nelle gare d’appalto assegnate nel 2015 che gli aveva impedito di correre contro Erdogan alle presidenziali di quell’anno. Con il suo arresto ora il Chp dovrebbe virare sul sindaco di Ankara, Mansur Yavas, che aveva sostenuto Imamoglu.