Il video che mostra che Donald Trump non sa usare il vivavoce sul telefono dello Studio Ovale
Il filmato mostra il presidente degli Stati Uniti che cerca di chiamare Enrique Peña Nieto per discutere del nuovo accordo commerciale
Donald Trump ha appena annunciato che Stati Uniti e Messico hanno raggiunto un accordo per rinegoziare il North American Free Trade Agreement (Nafta), il trattato commerciale di libero scambio che, oltre a questi due paesi, riguarda anche il Canada, la cui adesione alle modifiche è però in dubbio, e sarà oggetto di negoziati nelle prossime settimane.
Trump, da sempre critico nei confronti del trattato, aveva più volte minacciato di stracciarlo, ritirando l’adesione degli Stati Uniti.
Il nuovo accordo avrà sicuramente delle conseguenze importante sul rapporto diplomatico tra Stati Uniti, Messico e Canada, ma c’è un altro motivo per cui in tantissimi stanno riguardando il video, ripreso in diretta, di Donald Trump che chiama il presidente messicano Enrique Peña Nieto nello Studio Ovale per discutere dell’accordo.
Trump, infatti, ha mostrato di avere più di qualche difficoltà nell’usare il vivavoce del telefono a sua disposizione nella Casa Bianca.
Il video comincia con Trump che annuncia “il Presidente è al telefono” e poi pronuncia un “Enrique?” con una certa sicurezza, per poi rendersi conto che il vivavoce non sta funzionando e assumere uno sguardo confuso e corrucciato.
Seguono diversi momenti di disagio in cui il presidente degli Stati Uniti sta in silenzio, aspettando che qualcuno faccia funzionare il vivavoce, talvolta premendo a caso qualche bottone sul telefono e ripetendo “Hello? Hello?” a vuoto prima di incitare i tecnici a “rendersi utili”.
Alla fine, un tecnico si fa avanti e risolve il problema in pochi secondi.
Ecco il video:
Trump just tried to use speakerphone on live TV.
It did not go well. pic.twitter.com/ZJRgxOxWUD
— jordan (@JordanUhl) 27 août 2018
Non è l’unica figuraccia che coinvolge Trump negli ultimi giorni: è infatti apparsa una foto che mostra il presidente nell’atto di colorare la bandiera americana insieme a dei bambini, sbagliando però clamorosamente l’ordine dei colori.
La nuova intesa commerciale tra Stati Uniti e Messico: cosa c’è da sapere
Il tycoon ha chiesto la rinegoziazione dell’accordo commerciale siglato nel 1994, definendo l’intesa raggiunta col Messico “molto positiva”.
“Con il Canada potremmo anche siglare un accordo separato”, ha aggiunto Trump. Il presidente Usa ha anche detto di voler modificare il nome Nafta, che rimanda a suo parere ad un trattato iniquo e svantaggioso per il suo paese.
Il premier canadese Trudeau, dal canto suo, ha fatto sapere tramite un suo portavoce di augurarsi un risultato positivo dei negoziati, e che un primo incontro tra le due parti avrà luogo martedì 28 agosto. Stati Uniti e Canada sono da tempo ai ferri corti per a causa dei dazi imposti da Trump su numerosi prodotti.
Trudeau ha anche parlato con il presidente messicano uscente Enrique Pena Nieto domenica scorsa, e i due leader hanno condiviso il loro impegno per raggiungere una conclusione positiva sul Nafta “per tutte e tre le parti”.
Stati Uniti, Messico e Canada vogliono concludere un accordo prima che il neoeletto presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador entri in carica a dicembre, poiché quest’ultimo appare al momento avere delle riserve sul trattato stesso e potrebbe complicare i negoziati.
Il presidente messicano Enrique Pena Nieto ha sottolineato l’importanza di un accordo che include il Canada, anche se il suo ministro degli esteri Luis Videgaray ha dichiarato che il suo paese è pronto a concludere un accordo bilaterale Stati Uniti-Messico.
“Se per qualsiasi ragione il governo del Canada e degli Stati Uniti non raggiungono un accordo sul Nafta – ha detto Videgaray – manterremo comunque la nostra intesa con Washington”.
La riscrittura del Nafta include, tra le altre cose, disposizioni per disciplinare la proprietà intellettuale, il commercio digitale e le controversie tra investitori.
Nell’accordo preliminare Stati Uniti e Messico hanno convenuto che un singolo prodotto, per non essere soggetto a tassazione, deve essere realizzato nei due paesi al 75 per cento.
Il patto avrebbe una durata di 16 anni, per poi essere soggetto a revisione ogni sei anni.