Quale può essere il destino del bando di Trump sull’immigrazione
Dopo la decisione dei giudici della Corte federale d'appello della California, il dipartimento di Stato potrà impugnare la sentenza davanti alla Corte Suprema
Ripristinare il bando firmato da Donald Trump, che vieta l’ingresso negli Stati Uniti degli immigrati provenienti da sette paesi a maggioranza islamica, oppure confermare la sospensione di un decreto che continua a suscitare polemiche anche fuori dai confini statunitensi. La scelta spetta ai giudici della Corte federale d’appello di San Francisco.
I togati californiani hanno già ascoltato sia gli avvocati del Dipartimento di giustizia, che hanno presentato una memoria difensiva sul provvedimento, sia i legali degli stati di Washington e Minnesota, che hanno intentato causa contro il cosiddetto Muslim Ban. Oltre al ricorso di Washington e Minnesota, altri 16 stati, tra cui New York e California, hanno avviato azione legale contro il bando, e c’è anche un terzo ricorso, inoltrato il 6 febbraio da 97 colossi della Silicon Valley.
In particolare, la Corte d’appello californiana dovrà decidere se l’inquilino della Casa Bianca ha ecceduto nella sua autorità violando il primo emendamento della Costituzione americana, che garantisce la terzietà della legge rispetto al culto della religione e il suo libero esercizio, e la legge sull’immigrazione. Il decreto “è legale e rientra nell’esercizio dei poteri concessi al presidente per quel che riguarda sia l’ingresso di stranieri negli Stati Uniti sia l’ammissione dei rifugiati”, si legge nella memoria difensiva del dipartimento di Giustizia americano, secondo cui, dal ripristino del bando, dipende la sicurezza nazionale.
Una volta che la Corte d’appello avrà deciso, entrambe le parti potranno impugnare la sentenza davanti alla Corte Suprema. In quel caso, però, potrebbe esserci un rischio di stallo, dato che la nomina di Neil Gorsuch, il nono giudice costituzionale scelto da Trump, deve essere ancora ratificata dal Congresso.
Se il massimo organo giurisdizionale americano si ritroverà in una situazione di parità nel giudizio sul bando, cioè quattro magistrati contro quattro, resterà in vigore la decisione della Corte d’appello federale come sentenza definitiva.
Oltre ai ricorsi presentati, contro il Muslim Ban è stata lanciata una petizione firmata da migliaia di ricercatori e docenti universitari di tutto il mondo. Un altro appello all’abolizione del decreto è stato lanciato da un gruppo di ex diplomatici, tra cui gli ex segretari di Stato John Kerry e Margaret Albright.
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