Trump rifiuta di partecipare al dibattito virtuale con Biden. Ipotesi rinvio al 22 ottobre
Il presidente Usa furioso per la decisione della Commissione responsabile per i dibattiti: "Sta provando a proteggere Joe Biden"
“Non perdo tempo in un dibattito virtuale”: così il presidente americano, Donald Trump, ha reagito alla notizia che il prossimo dibattito per le presidenziali Usa del 2020 con lo sfidante democratico Joe Biden, il prossimo 15 ottobre, sarà virtuale. L’annuncio era arrivato poco prima dalla Commissione per i dibattiti presidenziali, a causa delle preoccupazioni per il contagio del presidente Trump, risultato positivo al Covid-19.
La Commissione responsabile dei dibattiti per le presidenziali, che è indipendente rispetto alle campagne elettorali, ha fatto il suo annuncio a una settimana dal prossimo faccia a faccia tra Trump e Biden, fissato per il 15 ottobre. La location doveva essere Miami, ma la Commissione ha deciso che i due rivali “parteciperanno da remoto da due luoghi differenti“. La decisione è stata presa al fine di “proteggere la salute e la sicurezza di tutti coloro che sono coinvolti nel dibattito”, ha spiegato la Commissione, come riportano i media americani. Il moderatore, invece, rimarrà a Miami.
Trump contro la Commissione: “Sta provando a proteggere Joe Biden”
“Non penso di essere contagioso”, ha detto a FoxNews il presidente americano, nella sua prima intervista da quando è rimasto contagiato con il Covid-19, spiegando la ragione per la quale non intende partecipare al prossimo dibattito presidenziale che si terrà da remoto. “Non è così che funzionano i dibattiti”, ha insistito Trump. “Stare dietro un computer è fare un dibattito? E poi ti possono ‘chiudere’ quando vogliono”. Il presidente Trump ha dichiarato che si sente “perfetto” in questi giorni di quarantena alla Casa Bianca e ha aggiunto che il formato del dibattito virtuale e a distanza “non è accettabile”.
Trump si è scagliato anche contro la Commissione per i dibattuti presidenziali per la decisione presa: “Non ce lo hanno neppure comunicato”, ha tuonato nell’intervista. “Hanno chiamato due minuti fa ed è stato annunciato”, ha aggiunto, denunciando che con questa scelta la Commissione “sta provando a proteggere Joe Biden”.
Ipotesi rinvio al 22 ottobre
Joe Biden “era pronto ad accettare la proposta della Commissione per i dibattiti presidenziali” per un confronto virtuale, “ma il presidente Donald Trump ha rifiutato, in quanto chiaramente non vuole affrontare le domande degli elettori sul suo fallimento per quanto riguarda il Covid e l’economia”, si legge nel comunicato firmato da Kate Bedingfield, vicedirettrice della campagna elettorale del candidato democratico. “Biden”, prosegue, “troverà un luogo appropriato per rispondere alle domande degli elettori direttamente il 15 ottobre, come ha già fatto nelle ultime settimane in diverse occasioni”.
L’ex vicepresidente Usa suggerisce inoltre di spostare il confronto televisivo con Trump al 22 ottobre. Il suo staff elettorale chiede che la Commissione “sposti il dibattito al 22 ottobre, in modo che il presidente non possa sottrarsi alle sue responsabilità. Gli elettori devono avere la possibilità di fare domande a entrambi i candidati direttamente”, si legge in un comunicato. “Ogni candidato presidenziale dal 1992 ha partecipato a questo evento e sarebbe una vergogna se Donald Trump fosse il primo a rifiutare”. Lo staff della campagna elettorale di Donald Trump ha fatto sapere che il presidente parteciperà al dibattito con il rivale Joe Biden se verrà spostato al 22 ottobre. In un comunicato, lo staff di Trump ha proposto di spostare anche il terzo faccia a faccia previsto tra i due: dal 22 al 29 ottobre.
Commissione dibattiti: “Trump libero di non partecipare”
Il capo della Commissione per i dibattiti presidenziali Usa, Frank Fahrenkopf, ha risposto alle accuse di Donald Trump secondo cui l’organismo indipendente non ha comunicato in modo adeguato ai candidati alla Casa Bianca la decisione di tenere in modalità virtuale. Fahrenkopf ha riferito alla Cnn che le squadre delle due campagne elettorali sono state avvertite “prima” dell’annuncio e ha spiegato che la Commissione “non si consulta con loro”.
La decisione, ha sottolineato, “è sostenuta dalla Cleveland Clinic”, consulente della Commissione in tema sanitario. Al presidente che ha subito detto di non voler partecipare a un dibattito virtuale, Fahrenkopf ha risposto che “nessuna legge richiede a un candidato di fare il dibattito”. “Nel 1980”, ha ricordato, “il presidente Jimmy Carter rifiutò di partecipare al primo dibattito, ma poi partecipò al secondo”. “È ogni candidato a decidere se vuole prendere parte o no”, ha concluso Fahrenkopf.
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