Spunta la registrazione audio di Trump sul pagamento alla modella di Playboy
L'avvocato storico di Trump ha registrato una conversazione compromettente con Trump due mesi prima delle elezioni statunitensi
L’avvocato storico di Donald Trump, Michael Cohen, due mesi prima delle elezioni presidenziali del 2016 ha registrato segretamente una coversazione con l’attuale presidente degli Stati Uniti in cui i due discutono della necessità di pagare l’ex modella di Playboy Karen McDougal per farla tacere sulla sua presunta relazione con Trump.
Lo rivela un articolo del New York Times che getta luce sulle tattiche utilizzate dal Tycoon per tenere segreti i dettagli più scabrosi del passato di Trump da un punto di vista politico e giudiziario.
L’audio è stato sequestrato dall’FBI nel corso di un raid negli uffici di Cohen, che sembrerebbe ora pronto a collaborare con la giustizia statunitense per far luce su quanto successo.
Il Dipartimento di Giustizia sta investigando sul ruolo giocato da Cohen nel pagamento di diverse donne, volto a silenziare storie imbarazzanti nei mesi che hanno preceduto le elezioni del 2016.
Gli inquirenti vogliono sapere se questi movimenti di denaro hanno violato le leggi federali sul finanziamento delle campagne elettorali.
L’inchiesta è volta a comprendere se, trasferendo questo denaro, Trump abbia usato dei fondi destinati al finanziamento della propria corsa alla Presidenza.
Il caso Trump-Karen McDougal
L’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal si è fatta avanti dicendo di aver avuto una relazione con Trump nel 2006, poco dopo la nascita del figlio Barron.
La modella ha venduto la storia alla rivista The National Enquirer per 150mila dollari. Ma il tabloid, che supportava la candidatura di Trump, non aveva pubblicato la storia.
Questa tattica, chiamata “catch and kill“, ha impedito che la tresca tra il candidato repubblicano e McDougal diventasse pubblica e andasse a pesare sugli ultimi mesi della campagna elettorale.
Secondo l’attuale avvocato di Trump, Rudolph Giuliani, Trump non avrebbe nulla a che fare con la decisione dell’Esquirer.
Giuliani dice che la registrazione ora in mano all’FBI contiene soltanto una conversazione in cui il presidente americano e il suo ex avvocato Cohen discutono la possibilità di comprare il silenzio della modella, ma separatamente da quanto fatto dal National Esquirer.
“Niente in quella registrazione suggerisce che lui fosse al corrente di questo in precedenza”, ha aggiunto Giuliani.
L’altra pornostar che ha ricevuto 130mila dollari da Trump per tacere
La pornostar Stormy Daniels sostiene che nell’ottobre del 2016, un mese prima delle elezioni presidenziali che lo avrebbero visto trionfare, Donald Trump pagò la somma di 130mila dollari per comprare il suo silenzio su un rapporto sessuale avuto nel 2006, a margine di un torneo di golf a Lake Tahoe, nel Nevada, un anno dopo il matrimonio con Melania.
Stormy Daniels – il cui vero nome è Stephanie Clifford – ha detto che accettò quell’accordo perché “preoccupata” per la sua famiglia e la sua “sicurezza”. Poi, nel gennaio 2018, dopo che il Wall Street Journal aveva rivelato l’esistenza dell’accordo di non divulgazione, firmò un altro documento che negava qualsiasi patto.
Alla domanda sul perché abbia firmato una dichiarazione falsa, l’attrice ha risposto: “Perché hanno fatto sembrare che non avessi scelta”. “Possono rendere la tua vita un inferno in molti modi diversi”, ha aggiunto.
In un’intervista all’emittente statunitense Cbs andata in onda il 25 marzo 2018 la pornostar ha raccontato di essere stata minacciata nel 2011, dopo aver tentato di rendere pubblica la storia.
Nel maggio di quest’anno questa notizia era stata confermata dal fatto che Donald Trump avesse rimborsato al suo avvocato personale i 130mila dollari pagati alla pornostar Stormy Daniels in cambio del suo silenzio sul presunto rapporto sessuale avuto con il tycoon.
L’informazione era stata inclusa come nota a piè di pagina nel modulo di 92 pagine depositato presso l’Office of Government Ethics, un’agenzia indipendente statunitense responsabile per la prevenzione dei conflitti di interesse.
Gli avvocati di Trump avevano chiarito che il presidente ha rivelato il pagamento volontariamente “nell’interesse della trasparenza”.
“Nel 2016 alcune spese sono state sostenute da uno degli avvocati del signor Donald Trump, Michael Cohen,” avevano scritto i legali del presidente.