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Trump presenta il suo piano di pace per il Medio Oriente: “Due Stati, Gerusalemme Est può diventare capitale della Palestina”

Immagine di copertina
Il presidente Usa Donald Trump. Credit: Stefani Reynolds/CNP via ZUMA Wire

Hamas dice "no" alla proposta del presidente Usa: "È aggressivo e provocherà molta ira"

Trump presenta il suo piano di pace per il Medio Oriente: “Due Stati, Gerusalemme Est può diventare capitale della Palestina”

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump presenta oggi il suo piano di pace per il Medio Oriente, che ieri aveva definito “l’occasione del secolo”. Trump propone la soluzione dei due Stati, con Gerusalemme capitale indivisa di Israele e 50 miliardi di dollari di investimenti a favore dei palestinesi.

Il presidente Usa ha definito il suo piano di pace per il Medio Oriente come “una soluzione realistica a due Stati”, Israele e la Palestina, che includa un territorio “contiguo” per i palestinesi se rinunciano al terrorismo.

“Questa mappa raddoppierà il territorio dei palestinesi, con capitale a Gerusalemme Est, dove gli Usa apriranno orgogliosamente un’ambasciata”, ha detto il presidente Usa, che ha presentato il piano di pace per il Medio Oriente alla Casa Bianca insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu. Trump ha aggiunto che “nessun palestinese sarà sradicato dalle sue case” ma che “ci saranno due capitali per due Stati”.

Il piano di pace di Trump garantirà anche Israele la sovranità sulla Valle del Giordano, come ha annunciato il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha detto che il Piano di Trump “è aggressivo e provocherà molta ira”. Secondo il portavoce, la parte del Piano che riguarda Gerusalemme “non ha senso”.

“Gerusalemme sarà sempre una terra per i palestinesi”, ha detto. “I palestinesi fronteggeranno questo Piano e Gerusalemme resterà sempre terra palestinese”.

Il piano di Trump è “destinato al fallimento” secondo l’Iran, che boccia la proposta del presidente americano per una pace in Medio Oriente tra israeliani e palestinesi. “Il vergognoso piano americano imposto ai palestinesi è il tradimento del secolo ed è destinato al fallimento”, afferma il ministero degli Esteri in un comunicato. Sulla stessa linea gli alleati sciiti libanesi di Teheran, Hezbollah, secondo cui il piano Trump è “un tentativo di eliminare i diritti del popolo palestinese”.

Il discorso di Trump

“Oggi Israele compie un grande passo verso la pace”, ha detto Trump. Il presidente Usa ha ricordato che ieri ha incontrato il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il leader d’opposizione Benny Gantz. “Entrambi sono qui per dimostrare che vogliono la pace, e la pace va al di là della politica”, ha commentato Trump. “I palestinesi meritano un futuro migliore”, ha proseguito, rievocando il suo primo viaggio da presidente Usa in Medio Oriente.

Trump ha dichiarato che Netanyahu gli ha detto che il piano di pace Usa per il Medio Oriente è una base per negoziati diretti.

“Il nostro piano è di 80 pagine ed è la proposta più dettagliata mai presentata. Copre soluzioni precise e tattiche per rendere la regione più sicura e più prospera”, ha detto Trump, “con una soluzione a due Stati”.

“Gerusalemme resta la capitale indivisa di Israele”, ha assicurato Trump. “Creeremo un territorio contiguo, futuro stato palestinese, finché non saranno raggiunti obiettivi come l’abbandono del terrorismo”, ha detto Trump. “Il passaggio a due Stati non comporterà rischi per la sicurezza di Israele”, ha aggiunto.

“Ho fatto molto per Israele”, ricorda il presidente Usa, “ho riconosciuto Gerusalemme capitale d’Israele, ho riconosciuto le Alture del Golan, e soprattutto ho interrotto l’accordo sul nucleare con l’Iran”.

“Dal momento che ho fatto molto per Israele, è giusto che io faccia molto per i palestinesi”, ha proseguito Trump. “Nei prossimi anni saranno creati un milione di posti di lavoro per i palestinesi, il Pil raddoppierà e non dipenderanno più dagli aiuti stranieri. Aiuteremo i palestinesi a fiorire da soli, con autonomia e orgoglio nazionale. Dovranno garantire i diritti umani, porre fine alla jihad, ad Hamas e garantire la compensazione finanziaria contro il terrorismo”.

Il piano di pace Usa per il Medio Oriente prevede investimenti per 50 miliardi di dollari a favore dei palestinesi. “Ci sono molti stati pronti ad investire”, ha assicurato Trump.

Il tycoon ha annunciato che, se ci sarà l’accordo tra le parti, gli Usa apriranno un’ambasciata a Gerusalemme Est, confermando che quest’ultima potrebbe essere la capitale del futuro Stato palestinese.

Donald Trump ha annunciato di aver inviato una lettera al presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen sul piano di pace Usa per il Medio Oriente e ha evocato un tempo di 4 anni per negoziare.

“Questa potrebbe essere l’ultima opportunità per arrivare a una pace in Medio Oriente”, ha detto il presidente Usa.

Cosa prevede il piano per la pace in Medio Oriente

Secondo le anticipazioni circolare nei giorni scorsi, il piano pone come precondizioni ai palestinesi per la creazione di uno stato della Palestina la demilitarizzazione di Gaza, il disarmo di Hamas, il riconoscimento di Israele come stato ebraico con Gerusalemme capitale e della sovranità israeliana sulla Valle del Giordano e sugli insediamenti nell’Area C della Cisgiordania.

Nella proposta Usa ci sarebbe anche l’affidamento ad Israele del controllo della Tomba dei Patriarchi ad Hebron e della Tomba di Rachele, entrambe in Cisgiordania.

Alcuni mesi fa fa in Barhein erano emersi i contenuti economici del piano americano: si parla di 50 miliardi di finanziamenti per la Palestina.

L’accelerazione del processo di pace arriva in un momento delicato sia per Trump che per Netanyahu e distoglie l’attenzione mediatica dai guai che entrambi hanno in casa: il primo per il processo d’impeachment, il secondo per le accuse di corruzione.

L’incontro con Netanyahu e Gantz

Ieri Trump ha ricevuto separatamente nello studio Ovale il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il leader dell’opposizione Benny Gantz, cui ha anticipato i dettagli della sua proposta.

“È un piano molto grande, abbiamo il sostegno di Netanyahu e di tutte le altre parti, alla fine penso che avremo anche il supporto dei palestinesi”, ha detto il tycoon, aggiungendo che “il piano di pace Usa per il Medio Oriente può essere l’occasione del secolo”.

“Questo è un giorno storico per lo Stato d’Israele ed uno dei giorni più importanti nella mia vita”, ha scritto su Facebook il premier israeliano Benyamin Netanyahu, poco prima della presentazione del piano. Il testo di Netanyahu è accompagnato da una fotografia che lo mostra impegnato in una consultazione con l’ambasciatore di Israele negli Stati Uniti Ron Dermer e con la sua portavoce Shir Cohen. “Come sempre non consento che alcunché mi disturbi mentre lavoro per voi, per la sicurezza di Israele, per il futuro di Israele”, aggiunge il premier.

Domani Netanyahu andrà in volo a Mosca dal presidente Vladimir Putin per aggiornarlo sul Piano stesso.

Il leader centrista Benny Gantz ha definito il piano di pace di Trump “una significativa e storica pietra miliare” e ha detto che si muoverà per “attuarlo” subito dopo dopo le elezioni del 2 marzo “in tandem con gli altri paesi della regione”.

“Trump ed io abbiamo anche discusso l’importanza del dialogo con i palestinesi, i paesi vicini e il re di Giordania”, ha aggiunto Gantz.

Il presidente Usa avrebbe già mostrato ai due leader israeliani la mappa con i nuovi confini di Israele, ma non è scontato che Washington riesca ad aprire un dialogo con i palestinesi.

La posizione dei palestinesi

I palestinesi accusano gli Stati Uniti di essere schierati con Israele e minacciano di abbandonare gli Accordi di Oslo se Trump dovesse presentare il suo piano.

Il presidente palestinese Abu Mazen ha rifiutato tutti i tentativi della presidenza americana di ottenere un colloquio telefonico e ha invitato gli ambasciatori arabi a non partecipare alla presentazione del piano, che il suo portavoce ha definito “una cospirazione volta a minare i diritti del nostro popolo palestinese”.

Il premier palestinese Mohammad Shtayyeh ha già chiesto inoltre alla comunità internazionale di “non essere partner di un piano che contraddice le basi della legge e i diritti del popolo palestinese”.

“Il mondo deve opporsi al cosiddetto ‘Accordo del secolo’ americano perché viola la legge internazionale”, ha detto, e serve a Trump “per proteggerlo dall’impeachment e a Netanyahu dal carcere per le accuse di corruzione”.

Nella serata di oggi, la leadership palestinese si riunirà in seduta “di emergenza” nel palazzo presidenziale della Muqata a Ramallah, cui parteciperanno anche dirigenti cisgiordani di Hamas e della Jihad islamica.

Nel frattempo a Gaza e in Cisgiordania sono state indette ‘Giornate di collera’ popolare contro il piano Usa. La principale dovrebbe avere luogo venerdì, al termine delle preghiere nelle moschee.

Anche il re di Giordania, Abdallah II, ha riaffermato la sua opposizione al piano di Trump e ai progetti annunciati da dirigenti israeliani relativi ad una possibile annessione della valle del Giordano. In occasione della presentazione del piano, attorno all’ambasciata degli Stati Uniti di Amman sono state rafforzate oggi le misure di sicurezza.

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