Tutti gli ordini esecutivi firmati da Trump finora
Nei primi giorni della sua amministrazione il presidente statunitense ha già firmato 17 ordini esecutivi in ambiti come sanità, immigrazione, petrolio, aborto e commercio
Il 20 gennaio 2017 Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca. Dalle prime ore dopo il giuramento il nuovo presidente degli Stati Uniti ha iniziato a firmare ordini esecutivi, alcuni dei quali particolarmente controversi, che hanno provocato accese proteste nel paese e nel resto del mondo.
Che cos’è un ordine esecutivo?
Un ordine esecutivo, nell’ordinamento statunitense, è un provvedimento firmato dal presidente degli Stati Uniti d’America che indirizza le politiche esecutive delle agenzie del Governo americano. Gli ordini esecutivi hanno forza di legge quando sono emessi da un’autorità legislativa che delega questo potere all’esecutivo. Per esempio il Congresso può demandare con una legga delega una parte dei propri poteri al governo.
Nei primi sette giorni pieni della sua amministrazione, il presidente Trump aveva già firmato 17 azioni esecutive con effetti ad ampio raggio all’interno e all’esterno dei confini degli Stati Uniti, in ambiti che riguardano la sanità, l’immigrazione, il petrolio, l’aborto, il commercio e altre ancora.
I 17 ordini esecutivi firmati da Trump
1. Obamacare – La prima mossa da presidente è stata la firma di un decreto esecutivo diretto alle agenzie governative per ridurre il peso economico dell’Affordable Care, la riforma sanitaria del suo predecessore, nota come Obamacare, che consentiva una copertura sanitaria tramite sussidi federali anche ai meno abbienti.
2. Congelamento dei regolamenti – Il presidente ha congelato tutte le norme attualmente in corso di approvazione – ma non approvate – fino a quando non saranno approvati da lui o da un’agenzia dopo il suo insediamento. Questo significa che qualsiasi regolamento firmato dall’ex presidente Barack Obama nelle ultime settimane alla Casa Bianca è congelato.
3. Aborto – il 23 gennaio il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo volto a ripristinare la cosiddetta Mexico City Policy, impedendo così alle organizzazioni internazionali non governative impegnate nel fornire servizi alle donne che decidono di abortire, di ricevere finanziamenti dal governo degli Stati Uniti. Il provvedimento era stato introdotto nel 1984 dall’allora presidente repubblicano Ronald Reagan e sottoscritto a Città del Messico. Fu poi ribaltato sotto la presidenza Clinton nel gennaio del 1993 e ripristinato ancora da George W. Bush durante il suo primo mandato nel 2001. Infine, annullato dall’ultimo presidente democratico Barack Obama nel 2009.
4. Tpp – Nei primi giorni di presidenza Trump ha dato seguito a una delle promesse fatte in campagna elettorale e ha firmato un ordine esecutivo per uscire dall’accordo commerciale transpacifico (Tpp). Lo scopo dell’accordo era approfondire i legami economici e stimolare la crescita, anche attraverso la riduzione delle tariffe tra i paesi firmatari. Gli stati coinvolti, oltre agli Stati Uniti, sono Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam, che insieme rappresentano circa il 40 per cento dell’economia mondiale. Trump aveva aspramente criticato il Tpp, dicendo che danneggiava la produzione industriale statunitense e che sarebbero stati preferibili accordi bilaterali con i singoli paesi.
5. Congelamento delle assunzioni federali – Il presidente ha detto le agenzie federali non possono riempire le posizioni vacanti né aprirne di nuove, con due eccezioni: il personale militare e le posizioni nell’ambito della pubblica sicurezza.
6 e 7. Oleodotti in North Dakota – Martedì 24 gennaio Trump ha apposto la sua firma su altri due ordini esecutivi che autorizzano la costruzione di due controversi oleodotti – Keystone e Dakota Access – nelle terre sacre dei nativi americani in North Dakota. Ostacolato da mesi da attivisti e residenti, in particolare dalle tribù dei Sioux della riserva di Standing Rock, il progetto era stato bloccato da Obama. Gli ordini non concedono per il momento i permessi finali, ma avviano entrambi i progetti verso l’approvazione. Già in diverse occasioni e in campagna elettorale, Trump aveva ripetuto più volte di voler dare il via libera a questi progetti, sostenendo l’industria petrolifera che aveva finanziato il progetto e alimentando l’idea che la loro realizzazione rappresenterebbe innumerevoli opportunità lavorative. Il progetto è stato osteggiato da ambientalisti e democratici
8. Accelerare l’approvazione dei progetti ambientali prioritari – Il presidente Trump ha ordinato che le agenzie e il presidente del White House Council on Environmental Quality lavorino insieme per impostare scadenze più imminenti e l’approvazione dei progetti di infrastrutture “ad alta priorità”.
9. Uso dell’acciaio prodotto in Americano nei gasdotti – Trump ha chiesto al segretario del Commercio di varare con un piano per garantire che tutti i gasdotti costruiti o riparati negli Stati Uniti essere costruiti con materiali di fabbricazione americana “nella massima misura possibile”.
10. Revisione dei regolamenti sulla produzione – In questo ordine esecutivo, il presidente ha ordinato al segretario del Commercio di avviare una revisione di 60 giorni dei regolamenti per i produttori americani, con l’obiettivo di trovare il modo di accelerare il rilascio delle autorizzazioni e tutti i processi federali di cui hanno bisogno.
11. Deportazioni e “città santuario” – Trump ha chiesto alle agenzie di governo di intensificare l’espulsione di coloro che sono nel paese illegalmente. In particolare le seguenti categorie: coloro che sono stati condannati per un reato; coloro che sono stati accusati di un crimine; quelli che hanno commesso un atto per il quale possono essere perseguiti; coloro hanno abusato di un programma di welfare; chi è sotto ordine di espulsione e chi può “nel giudizio di un funzionario dell’immigrazione, rappresentare un rischio per la sicurezza pubblica o la sicurezza nazionale”.
Lo stesso ordine esecutivo prevede inoltre l’assunzione di 10mila agenti per l’Immigrazione e il controllo delle frontiere e ordina al procuratore generale e al segretario della Sicurezza di bloccare sovvenzioni federali alle cosiddette “città sanctuario”, le città che non rispettano alcune leggi in materia di immigrazione.
12. Il muro al confine con il Messico – Il presidente ha ordinato alle agenzie di iniziare a pianificare e individuare finanziamenti per costruire un muro al confine con il Messico. Questo ordine prevede anche l’assunzione di 5mila agenti di pattugliamento delle frontiere. La costruzione del muro con il Messico era uno dei punti chiave del programma presentato da Trump in campagna elettorale. Il presidente messicano Enrique Pena Nieto ha detto in un messaggio alla nazione che non ha intenzione di finanziarne la costruzione e ha in seguito annullato la visita alla Casa Bianca.
13. Riforma del settore militare – Questo ordine esecutivo avvia un processo più ampio di revisione e pianificazione del settore militare. Delega il progetto al segretario della Difesa.
14. Divieto di ingresso per gli immigrati di 7 paesi musulmani – Il presidente ha firmato il 27 gennaio l’ordine esecutivo Proteggere la nazionale dall’ingresso dei terroristi musulmani negli Stati Uniti, che ha scatenato proteste in tutto il paese. L’intenzione della Casa Bianca è quella di chiudere le frontiere a quei paesi e agli individui potenzialmente connessi con il terrorismo. L’ordine inoltre sospende per 120 giorni l’intero sistema di ammissione dei rifugiati nel paese, lo U.S. Refugee Admissions Program (Usrap), e limita per almeno 90 giorni l’ingresso di rifugiati e migranti provenienti da alcuni paesi di Medio Oriente e Nord Africa, a maggioranza musulmana: Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen
15. Combattere l’Isis – Con questo ordine il presidente ha posto le basi per stilare un nuovo piano per la lotta contro lo Stato Islamico entro 30 giorni.
16. Riorganizzare i consigli di sicurezza – È un ordine esecutivo che riguarda tre importanti consigli di sicurezza: il Consiglio del presidente per la sicurezza nazionale, il Consiglio di sicurezza nazionale e il Comitato di presidenza. La nuova configurazione aggiunge la figura dell’Assistente del presidente e chief strategist, Steve Bannon.
17. Divieto di lobbing per i membri della sua amministrazione – Questo ordine vieta ai funzionari nominati dalla sua amministrazione di fare attività di lobbying per cinque anni dopo la fine dell’incarico e impedisce loro di fare lobbying per conto di un governo straniero.
— LEGGI ANCHE: Cosa prevede in pratica il divieto contro immigrati e musulmani voluto da Trump
— LEGGI ANCHE: I Paesi Bassi vogliono finanziare le Ong pro aborto a cui Trump ha tagliato i fondi