Trump fa causa a Facebook, Twitter e Google: “Mi hanno censurato”
Donald Trump ha annunciato una causa contro “i giganti del tech, Facebook, Google e Twitter, e contro i loro amministratori delegati, Mark Zuckerberg, Sundar Pichai e Jack Dorsey”, accusati dall’ex presidente degli Stati Uniti di “censura illegale e incostituzionale”. A riferirlo è lo stesso Trump dal suo golf club di Bedminster, nel New Jersey
Secondo l’emittente televisiva vicina all’ex presidente, Fox News, contro i giganti della Silicon Valley il Tycoon vuole intentare una vera e propria “class action”, e cioè una causa legale per conto di un gruppo più ampio di persone per averlo “silenziato”, anche se non è chiaro chi altri sia coinvolto oltre a Trump. Ma il meccanismo è proprio delle cause che puntano a grandi risarcimenti economici.
Trump è stato bandito dai principali social statunitensi per aver diffuso messaggi incendiari in cui accusava i democratici di aver truccato i risultati delle elezioni presidenziali di novembre 2020: una propaganda che ha portato alla rivolta senza precedenti del 6 gennaio a Capitol Hill, in cui i suoi seguaci hanno invaso il Congresso americano, minacciando la sicurezza di deputati e senatori. Dopo l’assalto anche Google ha bloccato dei contenuti legati ai sostenitori del presidente e ha tolto Parler – social media usato da utenti conservatori – dal suo negozio di app.
Una mossa che, secondo Trump, avrebbe l’obiettivo di “silenziare la voce dei conservatori”: La causa legale dell’ex presidente è stata resa possibile da una legge approvata a maggio in Florida, che permette ai politici sospesi dai social di citare in giudizio le compagnie. Questa normativa è però destinata ad entrare in conflitto con quanto stabilito dalla Costituzione: la scorsa settimana un giudice federale della Florida, infatti, ha definito la legislazione un “tentativo di costringere le piattaforme social a ospitare discorsi politici”.