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Home » Esteri

“Avrei bombardato Mosca e Pechino”: l’imprevedibilità di Trump e la guerra

Immagine di copertina
Credit: AGF

“Da presidente avrei bombardato Mosca e Pechino se la Russia avesse invaso l’Ucraina o la Cina Taiwan”. Queste parole, secondo il Washington Post, le avrebbe pronunciate l’ex presidente nonché aspirante futuro inquilino della Casa Bianca Donald Trump nel corso di un incontro con alcuni finanziatori a New York.

Una frase che può lasciare spaesati, soprattutto riguardo l’Ucraina: Trump è stato visto da molti come un sostenitore del disimpegno americano su quel fronte in favore di una maggiore attenzione ai problemi interni e al contrasto della Cina anziché della Russia. Visione in parte avvalorata dall’opposizione di molti membri del Congresso fedeli a Trump all’ultimo pacchetto di aiuti militari a Kiev in assenza di misure contro l’immigrazione, ma anche da altre affermazioni dello stesso ex presidente sulla disponibilità a sostenere Paesi NATO che non investono abbastanza nella difesa.

Tuttavia, se c’è una cosa che proprio Trump ci ha insegnato da presidente degli Stati Uniti è che da lui c’è da aspettarsi letteralmente qualsiasi cosa. Senza elencare nel dettaglio tutte le volte in cui l’opinione pubblica è rimasta quantomeno spiazzata da alcune sue decisioni, c’è un episodio che merita una menzione. Quando nel 2016 fu eletto, infatti, Trump era visto come il presidente del disimpegno americano dai teatri bellici e della distensione verso Mosca, eppure ad aprile 2017, a pochi mesi dall’insediamento, stupì tutti arrivando a colpire la base militare di Shayrat nel primo attacco unilaterale americano contro il governo siriano di Bashar al-Assad, stretto alleato della Russia, in risposta a un attacco chimico compiuto da Damasco.

Non è un caso che durante l’intervista a Tucker Carlson, Vladimir Putin abbia detto apertamente di preferire Biden a Trump come inquilino della Casa Bianca perché lo ritiene più prevedibile. E non c’è da stupirsi: in pochi si sono rivelati più imprevedibili di Trump, e chissà quanto potrebbe esserlo in un momento in cui la storia e gli eventi sembrano muoversi in un terreno inesplorato.

In più di un’occasione, Trump ha detto pubblicamente di essere in grado di far concludere la guerra in Ucraina in un giorno. Molti hanno visto tale dichiarazione come uno stop al sostegno a Kiev, una pressione su Zelensky per accettare condizioni sfavorevoli o addirittura la capitolazione, ma in realtà non ha mai approfondito più di tanto in che modo intenda portare il conflitto al termine. Cosa intenda possiamo solo immaginarlo ognuno a suo modo, e sicuramente le frasi rese note dal Washington Post aprono ad altre interpretazioni che muovono in senso decisamente opposto. Perché su Trump esiste una sola certezza: con lui alla Casa Bianca ci si può aspettare di tutto.

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