Trump autorizza gli oleodotti nelle terre sacre dei nativi americani in North Dakota
Il presidente ha firmato altri due ordini esecutivi per la realizzazione dei progetti bocciati dalla precedente amministrazione. Sul piede di guerra le tribù dei Sioux
Non si arrestano gli ordini esecutivi firmati dal presidente Donald Trump nei primi giorni del suo mandato, dopo quello che sancisce l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo commerciale trans-pacifico (Tpp) e quello che reintegra un provvedimento introdotto da Reagan nel 1985, che vieta l’erogazione di fondi federali a sostegno delle Ong deputate a fornire servizi pro-aborto nell’ambito della pianificazione familiare.
Martedì 24 gennaio, Trump ha apposto la sua firma su altri due ordini esecutivi che autorizzano la costruzione dei controversi oleodotti – Keystone e Dakota Access – nelle terre sacre dei nativi americani in North Dakota.
Ostacolato da mesi da attivisti e residenti, in particolare dalle tribù dei Sioux della riserva di Standing Rock, il progetto era stato bloccato da Obama.
Gli ordini non concedono per il momento i permessi finali, ma avviano entrambi i progetti verso l’approvazione. Lo ha reso noto il neo portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer.
Anche questa mossa non arriva a sorpresa. Già in diverse occasioni e in campagna elettorale, Trump aveva ripetuto più volte di voler dare il via libera a questi progetti, sostenendo l’industria petrolifera che aveva finanziato il progetto e alimentando l’idea che la loro realizzazione rappresenterebbe innumerevoli opportunità lavorative.
Ovviamente il progetto è stato osteggiato da ambientalisti e democratici.
Con la sua firma, Trump ha sovvertito le decisioni prese dal suo predecessore che aveva imposto uno stop alla realizzazione di entrambi i progetti. Obama aveva respinto la costruzione dell’oleodotto Keystone nel novembre del 2015. Un anno dopo, l’Army Corps of Engineers aveva negato il permesso alla realizzazione del gasdotto Dakota Access che sarebbe sorto nelle terre sacre dei nativi americani Sioux, non lontano dalla loro riserva di Standing Rock, in North Dakota.
L’ordine relativo al Dakota Access è senza dubbio un duro colpo per gli attivisti e per i residenti che negli ultimi mesi si sono mobilitati in imponenti proteste volte a bloccare il progetto.
Subito dopo l’annuncio, i legali a difesa degli interessi delle tribù Sioux di Standing Rock hanno definito la decisione di Trump “frettolosa e soprattutto irresponsabile”.
Non sono mancate le critiche dei suoi avversari democratici. In particolare dal senatore Bernie Sanders, che aveva plaudito alla precedente decisione di sancire l’uscita degli Stati Uniti dal Tpp. Sanders ha replicato che farà tutto il possibile per fermare la realizzazione degli oleodotti.
“Il presidente Trump ha ignorato le voci di milioni di persone e ha messo i profitti dell’industria di combustibili fossili al primo posto rispetto alla tutela del nostro pianeta”, ha dichiarato il senatore democratico.
I gruppi ambientalisti hanno già promesso azioni significative contro la decisione del neo presidente di autorizzare la realizzazione dei due progetti. “Una potente alleanza di comunità indigene, allevatori, agricoltori, attivisti e ambientalisti ha permesso di fermare la costruzione di Keystone e delle tubazioni del Dakota Access la volta scorsa. Le stesse alleanze si ricomporranno per fermare Trump”, ha affermato con decisione la direttrice esecutiva di Greenpeace Usa, Annie Leonard.
“Invece di fomentare questo business, Trump dovrebbe concentrare i propri sforzi sul settore dell’energia pulita”, ha ribadito Leonard.
L’addetto stampa della Casa Bianca, Sean Spicer, aveva lasciato intendere in precedenti incontri che il presidente avrebbe di lì a breve autorizzato la realizzazione del gasdotto lungo 1886 chilometri.
“Non entro nel merito degli ordini esecutivi firmati da Trump”, ha detto Spicer ai giornalisti riuniti alla Casa Bianca, “ma vi posso dire che questi progetti mirano ad incrementare posti di lavoro, a dare un’importante sferzata all’economia del nostro paese e permetterà agli Stati Uniti di potersi assicurare un approvvigionamento energetico, Su questo è stato molto chiaro”.
Spicer ha poi aggiunto che Trump farà in modo di ottimizzare le risorse naturali a beneficio degli Stati Uniti.
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