I tre aspetti più pericolosi del web contemporaneo secondo il suo inventore
L'inventore del World Wide Web, Sir Tim Berners-Lee, ha espresso la sua opinione sullo stato attuale di Internet attraverso una lettera aperta
L’inventore del World Wide Web, Sir Tim Berners-Lee, ha voluto esprimere oggi 12 marzo la sua opinione sullo stato attuale di Internet attraverso una lettera aperta in occasione del ventottesimo anniversario della sua invenzione.
Berners-Lee, che nel 1989 all’interno dei laboratori del Cern di Ginevra creò il sistema di ipertesti alla base della nostra quotidianità contemporanea, ha voluto evidenziare sul blog della World Wide Web Foundation quelle che sono per lui le tre questioni più allarmanti per il futuro del web.
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L’informatico britannico sessantunenne le ha sintetizzate in tre affermazioni: “Abbiamo perso il controllo dei nostri dati personali”; “Per le informazioni false è troppo facile diffondersi attraverso il web” e “La propaganda politica online ha bisogno di trasparenza e di essere ben compresa”.
Nel lungo post per spiegare queste convinzioni, Berners-Lee ha scritto: “Negli ultimi dodici mesi, sono diventato sempre più preoccupato per tre nuove tendenze, che credo dobbiamo affrontare in modo che il web realizzi il suo vero potenziale come strumento che serva tutta l’umanità”.
Secondo l’informatico, il modello di business attuale per molti siti web consiste nell’offrire contenuti gratuiti in cambio di dati personali, che per evitare noiose procedure spesso concediamo senza problemi alle aziende, che poi li riutilizzano come preferiscono.
C’è poi il pericolo dovuto all’influenza dei governi, che proprio attraverso i dati delle aziende possono controllare meglio la popolazione e ridurre il diritto alla privacy, soprattutto nei regimi repressivi, ma anche nelle democrazie più avanzate.
Berners-Lee ha affrontato come secondo punto il fatto che oggi la maggior parte delle persone tenda a trovare notizie e informazioni sul web attraverso i social media e i motori di ricerca, che scelgono cosa mostrarci sulla base di algoritmi basati sui nostri dati personali.
Questo fa sì che i social network propongano notizie scioccanti o create appositamente per attirare clic, favorendo incredibilmente la disinformazione, ovvero le ormai famose fake news.
Come terza tendenza allarmante, il creatore del web ha citato le campagne politiche, che stanno diventando sempre più sofisticate e personalizzate sugli utenti, anche in questo caso basandosi sui loro dati personali. Una propaganda gestita in questo modo permette una campagna che dica contemporaneamente cose completamente diverse a diversi gruppi di persone.
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