Charlie Gard è stato trasferito in una casa di cura su ordine dell’Alta corte di Londra
Al bambino di 11 mesi, affetto da sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, sarà sospesa la ventilazione automatica e non potrà trascorrere una settimana con i suoi genitori
I genitori di Charlie Gard non hanno potuto realizzare il proprio desiderio di trascorrere alcuni giorni insieme al figlio prima della sua morte.
Il giudice Nicholas Francis infatti, a seguito del mancato accordo tra l’Ospedale londinese di Great Ormond Street e la famiglia riguardo il trasferimento del bambino, aveva concesso alle parti fino alle ore 12:00 del 27 luglio per trovare uno specialista in grado di prendersi cura del bambino durante la sua degenza in una struttura per malati terminali, in modo da permettere ai genitori di passare qualche giorno con il figlio.
La scadenza è stata superata e nessun accordo è stato raggiunto, per questo la Corte ha deciso per il trasferimento del bambino in una struttura sanitaria il cui nome non verrà rivelato e per la successiva interruzione della ventilazione.
“L’ospedale ci ha negato il nostro ultimo desiderio”, ha detto Connie Yates.
“Nonostante l’instancabile lavoro da parte nostra e dei nostri avvocati, il giudice ha preso una decisione diversa e per questo abbiamo accettato quello che l’ospedale ci ha chiesto”, ha aggiunto. “Questa decisione ci concede troppo poco tempo da passere con nostro figlio”.
Connie Yates e Chris Gard avevano infatti chiesto al giudice di poter trascorrere almeno una settimana insieme a Charlie prima che fosse sospesa la ventilazione automatica che lo tiene in vita.
Ma l’ospedale aveva sostenuto che, per poter realizzare il desiderio dei genitori, questi avrebbero dovuto trovare uno specialista in grado di tenere in vita il bambino per il tempo necessario.
“Charlie è un bambino che richiede un trattamento speciale e le sue cure non possono essere semplificate: devono essere fornite da specialisti”, avevano dichiarato i medici.
“La maggior parte delle persone non dovrà mai attraversare quello che abbiamo passato, non abbiamo avuto alcun controllo sulla vita di nostro figlio e nessun controllo sulla sua morte”, ha detto la madre di Charlie.
“Vogliamo solo stare in pace con nostro figlio, nessun ospedale, nessun avvocato, nessun tribunale, niente media, vogliamo solo passare del tempo con Charlie lontani da tutto, per salutarlo nel modo più affettuoso”.
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