I timori dell’Oms: “La Cina potrebbe omettere i dati sui decessi da Covid-19”
I timori dell’Oms: “La Cina potrebbe omettere i dati sui decessi da Covid-19”
Il funzionario Oms ha aggiunto: “Non vorrei dire che la Cina sta deliberatamente omettendo di informarci sulla situazione, penso che siano dietro la curva (dei contagi, ndr)”.
La fine della pandemia
Fino a qualche giorno fa l’Oms era sicura: la fine della pandemia era imminente. Le immagini in arrivo dalla Cina però hanno riacceso negli esperti internazionali nuovi timori.
Per questo, l’Oms ha chiesto “dati più precisi per poter valutare il rischio” e invocato un’accelerazione sui vaccini.
Sarà difficile avere certezze da Pechino, perché secondo i dati pubblicato dal governo, negli ultimi due giorni non ci sarebbero stati decessi a causa del Covid-19.
Il motivo sarebbe da ricercarsi nel nuovo sistema di conteggio delle vittime. Martedì 20 dicembre, la Commissione sanitaria nazionale ha infatti chiarito che d’ora in poi i decessi di pazienti positivi verranno registrati come “morti per Covid-19” solo se la morte verrà causata effettivamente solo da complicanze respiratore portate dal virus. In presenza di patologie pregresse, dunque, il Covid non verrà più indicato come causa di morte.
Ecco perché, nonostante Pechino da due settimane sia stata colpita da un’ondata senza precedenti di contagi non si contano decessi di pazienti positivi.
“Ci affidiamo all’aneddotica”
Mike Ryan ammette che per valutare lo stato dell’ondata di Covid-19 in Cina, il suo dipartimento si sta affidando all’”aneddotica”.
Uno di questi aneddoti riguarda l’ospedale Deji di Shanghai. Secondo i dati diffusi dal Deji, su 25 milioni di abitanti di Shanghai, 5,4 milioni di persone sono risultate positive al Covid-19. La stima indica che entro la fine dell’anno si raggiungerà quota 12 milioni.
La Commissione sanitaria nazionale di Pechino ha registrato oggi 3.030 contagiati sintomatici, 45 casi gravi e zero decessi. Le autorità hanno inoltre smesso da 10 giorni di registrare i casi asintomatici o con sintomi lievi.
Le autorità annunciano l’incremento dei posti letto in terapia intensiva e hanno ordinato alle industrie farmaceutiche di accelerare la produzione di antipiretici e antivirali.
Vaccini non aggiornati
La Cina ha sviluppato 9 vaccini nazionali. Questi, tuttavia, non sono stati ancora aggiornati per la variante Omicron. Le somministrazioni sulla popolazione anziana inoltre sono state poche.
Il dipartimento di Stato di Washington ha detto che bisogna vigilare perché in questa situazione c’è la possibilità che il coronavirus muti ancora mentre si diffonde in Cina. Ciò potrebbe rappresentare “una nuova minaccia per la popolazione mondiale”.
Mercoledì 21 dicembre, è partito dalla Germania un carico di vaccini BioNTech. Si tratta del primo carico partito dall’Europa verso la Cina dal 2020.
Le dosi, però, potranno essere somministrate soltanto ai cittadini tedeschi residenti in Cina. Circa 20mila persone. È il frutto di un accordo siglato a novembre 2022 tra il cancelliere Olaf Scholz e Xi Jinping.
L’Amministrazione americana ha offerto collaborazione a Pechino, ma data la rivalità politica tra le due superpotenze appare altamente improbabile che i cinesi accettino forniture massicce di farmaci made in Usa.
I numeri del Covid-19
Per la pandemia nel mondo sono stati registrati quasi 700 milioni di contagi e più di sei milioni di morti.
La Cina in totale ha contato 5.241 decessi, quasi tutti nei primi tre mesi disastrosi di Wuhan tra gennaio e marzo 2020. Il 90 per cento dei casi in questa ondata appare composto da asintomatici, ma la mortalità così bassa tra i pazienti cinesi con sintomi sembra implausibile di fronte alle statistiche mondiali, che oscillano tra i 2.400 e i 3 mila decessi per milione di abitanti. Mentre la Cina è ferma a 3 per milione.