Le testimonianze da Gaza di due bambini di 10 anni: “Perché ci bombardate?”
“Ogni volta che c’è un attacco aereo ci spaventiamo, ogni volta che proviamo a scappare quando arriviamo alla porta c’è un altro attacco e corriamo dentro più veloce che possiamo”. I bambini di Gaza raccontano il terrore che stanno vivendo in uno dei territori più martoriati da decenni.
La nuova escalation di tensione tra Israele e Palestina ha prodotto il triste bilancio di 212 morti, tra cui 61 bambini, sulla striscia di Gaza. Per quanto l’Onu dichiari di lavorare per il cessate il fuoco immediato e per quanto la mediazione del Cairo si sta avvicinando a un’intesa, il premier israeliano Benyamin Netanyahu chiarisce che la tregua è ancora lontana.
Nell’ultima settimana sono stati uccisi 61 bambini a Gaza e due nel sud di Israele e più di mille persone, compresi 366 minori, sono rimaste ferite a Gaza, l’equivalente di quasi tre bambini feriti ogni ora, da quando è iniziata l’escalation del 14 maggio tra Israele e gruppi armati nella Striscia. Decine di persone sono state ferite anche nel sud di Israele. Lo denuncia Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, che chiede un cessate il fuoco immediato a tutte le parti.
Se da un lato i bombardamenti continuano incessabilmente, dall’altro le strutture sanitarie e le infrastrutture civili potrebbero presto essere lasciate senza l’energia necessaria per erogare forniture cruciali e cure di emergenza. Infine, i bambini gravemente malati e feriti non possono lasciare Gaza per essere curati.
Secondo le Nazioni Unite, gli ultimi danni alle infrastrutture hanno lasciato 480.000 persone a Gaza con accesso limitato o nullo all’acqua. Mentre sono più di 58.000 i palestinesi sfollati a causa degli attacchi aerei israeliani che hanno distrutto o gravemente danneggiato quasi 450 edifici nella Striscia di Gaza. Circa 47.000 degli sfollati hanno cercato rifugio in 58 scuole gestite dalle Nazioni Unite a Gaza, ha detto ai giornalisti Jens Laerke, portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA).
“Quasi 60 bambini sono stati uccisi a Gaza in una settimana. Quante altre famiglie devono perdere i propri cari prima che la comunità internazionale agisca? Dove possono correre i più piccoli quando gli attacchi aerei piovono sulle loro case? Le famiglie a Gaza e il nostro staff ci dicono che sono al punto di rottura: vivono all’inferno senza un posto dove trovare rifugio e apparentemente senza fine in vista. Le forniture di base e l’energia si stanno esaurendo, aggravando e alimentando ulteriormente questa catastrofe umanitaria” ha dichiarato Jason Lee, Direttore di Save the Children per i territori palestinesi occupati.