Terremoto in Turchia e Siria, superata quota 17mila vittime. Si cerca ancora l’italiano Angelo Zen
Si avvicina sempre più alle drammatiche stime dell’Oms il bilancio ufficiale dei morti causati dal terremoto che il 6 febbraio ha sconvolto Turchia e Siria: gli esperti temono si possa arrivare a 20mila decessi, al momento – secondo le autorità governative e sanitarie – il totale è di oltre 19mila vittime confermate.
In Turchia secondo Ankara ci sono 16.546 morti, mentre in Siria le vittime sono 1.262 nelle parti di paese controllate
L’agenzia per le emergenze e i disastri di Ankara (Afad) informa anche sull’ammontare dei feriti, che al momento sono 62.914. Il numero di vittime da seppellire è talmente alto che il sindaco di Gaziantep, Fatma Sahin, ha lanciato un appello affinché più predicatori musulmani si facciano avanti per aiutare con i funerali nei cimiteri.
Nel Paese il presidente Recep Tayyp Erdogan è sotto attacco per i ritardi nei soccorsi: “Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade – ammette l’autocrate – ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile”.
Per quanto riguarda la Siria, invece, circa 300mila cittadini sono stati costretti a lasciare le loro case. Il numero, riporta il Guardian, è riferito solo alle parti della Siria sotto il controllo del governo, non a quelle controllate da altre fazioni militari nel nord-ovest del Paese, che è più vicino all’epicentro del terremoto.
Intanto si continua a cercare Angelo Zen, il 60enne veneto del quale si sono perse le tracce dalla notte del terremoto. Si trovava in Anatolia per lavoro, a Kahramanmaras, alloggiava in un hotel crollato in seguito al sisma. “Doveva contattare un suo socio turco il giorno dopo”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che segue da vicino la vicenda.
“Quindi il suo socio turco sapeva che era arrivato – ha spiegato il vicepremier in quota Forza Italia – ma non aveva avuto notizie perché si sarebbero dovuti vedere la mattina dopo la scossa. Non abbiamo altre notizie”.