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Terremoto in Marocco, scossa di magnitudo 6.8: oltre duemila morti. Farnesina: “I 500 italiani stanno tutti bene”

Immagine di copertina

Nuova scossa di assestamento di magnitudo 4.5

È gravissimo il bilancio, ancora provvisorio, di un forte sisma che ha colpito il Marocco. L’Istituto nazionale di geofisica locale ha registrato una magnitudo di 6.8 con epicentro nel comune di Ighil, a sud di Marrakech. La profondità del sisma a 8 chilometri. Le immagini sono devastanti. Il bilancio fornito dal Ministero dell’Interno si aggrava di ora in ora: le vittime sono oltre 2000, e altrettanti i feriti, di cui molte centinaia in gravi condizioni. Tutti i 500 italiani presenti nel Paese stanno bene.

Questa mattina, 10 settembre, sono state avvertite a Marrakech e nelle città circostanti nuove scosse di terremoto, probabilmente di assestamento. Secondo l’European Mediterranean Seismological Centre (Emsc) alle 9 ora locale, le 8 in Italia, è stato registrato un terremoto di magnitudo 4.5 a 88 chilometri da Marrakech a 77 chilometri di profondità.

I sismografi hanno registrato la scossa alle 23.11 di venerdì 8 settembre. La scossa è stata sentita lungo tutta la dorsale dell’Atlante, a Merzouga, una delle porte del deserto, Taroudant, Essaouira e Agadir e dall’altro versante della catena montuosa a Casablanca, fino a Rabat. Il movimento ondulatorio è durato circa 30 secondi. Il terremoto è stato avvertito anche in altri Paesi come Spagna, Portogallo e Algeria. La scossa ha provocato danni in un’area di oltre 400 chilometri dall’epicentro.

Edifici che si sbriciolano all’improvviso, persone che scappano in strada, decine di letti improvvisati in piazza, gente che scava a mano tra le macerie. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi a Nuova Delhi per il Vertice G20, “ha appreso con dolore il tragico bilancio del devastante terremoto che ha colpito il Marocco”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. “Meloni – si spiega – ha espresso vicinanza e solidarietà al Primo Ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, manifestando la piena disponibilità dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza”.

Il bilancio è destinato ad aggravarsi. I paesi che punteggiano l’Atlante sono molto poveri, spesso non hanno collegamento internet e le case sono costruite con il caratteristico muro a pisé, realizzato in paglia, fango e sassi. Grande paura soprattutto nella medina di Marrakech, dove le parti più fragili delle mura che circondano il centro storico sono crollate. Hanno ceduto alcune abitazioni, nella piazza Jamaa el Fna è crollato il minareto di una piccola moschea vicino allo storico ‘Café de France’.

Si segnalano danni nella kasbah di Marrakech e crolli di abitazioni nella zona a nord est. In città nuova ci sono crepe nel campanile della chiesa cattolica di Gueliz. Crolli di facciate a Essaouira, sull’Oceano atlantico e a Ouarzazate, nel centro Sud. In migliaia si sono riversati per le strade della città nuova di Marrakech e nei vicoli della medina, in preda al panico. Elettricità e collegamento internet sono mancati a lungo. Il centralino dell’ambasciata italiana a Rabat ha ricevuto numerose chiamate soprattutto da parte di turisti che chiedono di rientrare a casa.

Gli italiani

Sono circa 500 gli italiani attualmente in Marocco, e “stanno tutti bene”. Lo ha reso noto il capo dell’Unità di crisi della Farnesina Nicola Minasi parlando a Rainews24. Oltre ai primi 200 italiani che erano già stati segnalati e contattati – ha spiegato il diplomatico – ce ne sono altri 200 che partecipavano a una convention aziendale. “Siamo in contatto con tutti”, ha assicurato Minasi. Per qualsiasi emergenza o segnalazione è possibile contattare l’Unità di Crisi al numero +39 06 36225.

“Invito gli italiani attualmente presenti nel Paese e non in possesso di biglietto aereo a non dirigersi all’aeroporto di Marrakech, stante la congestione dello scalo, dove è in ogni caso operativa una cellula del Consolato Onorario di Marrakech raggiungibile al numero telefonico +21 2666342080. Per chi avesse necessità di rientrare immediatamente in Italia suggerisco di verificare i voli in partenza dagli Aeroporti di Rabat e Casablanca, regolarmente operativi”: è l’appello del ministro degli Esteri Tajani. “Nel ribadire la vicinanza del Governo italiano al popolo marocchino colpito dal sisma, il Vicepremier ha confermato la disponibilità della Protezione Civile italiana, in raccordo con la Protezione Civile dell’Unione Europea, a fornire tutto il supporto possibile alle autorità marocchine, ove richiesto”, prosegue la nota del ministero.

 

Il terremoto in Marocco è avvenuto lungo la catena montuosa dell’Atlante, con un movimento di compressione generato dalla spinta della placca africana verso quella europea. “E’ un terremoto che fa parte della sismicità che caratterizza tutti i monti dell’Atlante”, ha detto il sismologo Carlo Meletti, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. I monti, che separano il deserto del Sahara dall’oceano Atlantico, sono stati lo scenario di un altro terremoto di magnitudo 5,8, avvenuto nel 1960 ad Agadir, nel Sud del Marocco, e che fece circa 15.000 vittime. “Il terremoto di oggi è avvenuto sullo stesso asse”, ha detto ancora Meletti. “I monti dell’Atlante sono una delle due zone del Marocco a maggiore sismicità. L’altra si trova lungo la costa mediterranea, dove nel 1624 a Fez è avvenuto un terremoto devastante”, ha detto ancora il sismologo. La catena montuosa è caratterizzata da un movimento di compressione nord-sud. Vale a dire che a sud si trova la placca africana, la cosiddetta ‘africa stabile, “un continente che si muove quasi come un unico oggetto” e la cui spinta verso nord interagisce con la placca europea e ha generato la catena dell’Atlante, con un movimento di tipo compressivo.

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