Nuovo scambio di provocazioni tra Stati Uniti e Corea del Nord
Pyongyang dice di voler lanciare quattro missili nelle acque intorno all'isola di Guam. Per il segretario alla Difesa statunitense James Mattis Washington spera ancora di risolvere la crisi usando la diplomazia
Cresce la tensione tra Stati Uniti e Corea del Nord, con nuovi scambi di reciproche minacce. Giovedì 10 agosto il presidente Trump ha detto che se Pyongyang deciderà di attaccare l’isola di Guam, dove si trovano alcune basi militari statunitensi, andrà incontro a un evento come “nessuno non ne ha mai visti”.
Trump aveva minacciato di mettere in atto “fuoco e furia come il mondo non ne ha mai visto” all’ennesima provocazione di Pyongyang nei confronti di Washington. Ma ora ha aggiunto che probabilmente questa espressione non è stata abbastanza dura.
Poco prima delle minacce di Trump la Corea del Nord aveva reso nota la sua intenzione di lanciare quattro missili nelle acque intorno a Guam, che è territorio degli Usa. Il presidente degli statunitense ha risposto dicendo che il leader nordcoreano Kim Jong-Un non l’avrebbe fatta franca per i suoi “orribili” commenti e per la mancanza di rispetto verso gli Stati Uniti.
“Vedremo cosa farà con Guam”, ha detto il presidente statunitense. “Se farà qualcosa a Guam andrà incontro a un evento come nessuno ne ha mai visti”.
Poco dopo le dichiarazioni di Trump si è espresso anche il segretario alla Difesa statunitense James Mattis, secondo il quale Washington spera ancora di risolvere la crisi usando la diplomazia. Gli Stati Uniti, specifica Mattis, preferiscono un approccio diplomatico con i nordcoreani dal momento che una guerra sarebbe “catastrofica”.
La tensione internazionale tra i due paesi è cresciuta dopo che nel mese di luglio Pyongyang ha annunciato di aver testato con successo due missili balistici intercontinentali in grado di colpire il territorio statunitense. Lo scorso 4 agosto una risoluzione approvata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza Onu ha imposto nuove sanzioni economiche alla Corea del Nord, proprio a causa delle sue minacce agli Stati Uniti.
La decisione sulle sanzioni è stata appoggiata dalla Cina, alleato economico della Corea del Nord. Venerdì 11 agosto il Global Times, un giornale gestito dal governo di Pechino, ha scritto che nel caso in cui Pyongyang decidesse di attaccare per prima gli Statu Uniti, la Cina dovrebbe restare neutrale. Questa considerazione suona come un avvertimento rispetto ai piani di Kim Jong-Un nei confronti dell’isola di Guam.
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