La Svizzera al voto per decidere sul nucleare
Secondo i sondaggi è testa a testa: se vince il Si, 3 centrali saranno chiuse già nel 2017
Gli elettori svizzeri sono chiamati a votare, domenica 27 novembre, per decidere se velocizzare o rallentare il processo di abbandono del nucleare.
Se vincerà il Si, il prossimo anno chiuderanno tre delle cinque centrali nucleari svizzere, mentre le altre due rimarranno in attività fino al 2029.
Attualmente, i reattori producono il 40 per cento dell’energia elettrica della Svizzera.
I sondaggi prevedono un testa a testa sulla consultazione popolare, promossa dai Verdi e dai Socialdemocratici, che dal 2011, anno del disastro di Fukushima in Giappone, hanno promosso il voto, sostenendo che le centrali nucleari svizzere sono vecchie e insicure.
Il Consiglio federale, cioè il governo elvetico, in seguito all’incidente ha proposto un abbandono graduale del nucleare.
Tuttavia l’esecutivo e gli industriali sono contrari all’iniziativa perché sostengono che un abbandono precipitoso del nucleare non consente di garantire un sufficiente approvvigionamento di elettricità da fonti rinnovabili e quindi aumenterebbe la dipendenza del paese da un’energia più inquinante come il carbon fossile.
“A nostra avviso sarebbe un’uscita disordinata”, ha dichiarato a ottobre il ministro dell’Energia Doris Leuthard: “All’improvviso, ci ritroveremmo con le forniture di 1,6 milioni di nuclei familiari a rischio”.
L’operatore di rete svizzero Swissgrid ha aggiunto che la richiesta di far scattare le chiusure di centrali già l’anno prossimo porrebbe seri problemi.
In Svizzera si trova la più vecchia centrale nucleare al mondo ancora in attività. Adesso è ferma da diciotto mesi, ma potrebbe ripartire a breve. A causa delle preoccupazioni dell’opinione pubblica, nessun nuovo reattore è stata costruito dopo il 1984.
Il governo fornisce alle comunità che si trovano a un certo raggio dai reattori tavolette iodate per proteggersi dalle radiazioni in caso di incidente.