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La Svezia verso giornate lavorative di sei ore

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Sempre più società stanno riducendo gli orari di lavoro dei propri dipendenti, lasciando inalterato lo stipendio. I dipendenti sembrano lavorare meglio se più felici

La giornata lavorativa di otto ore è troppo lunga, può causare problemi di salute e non è produttiva o conveniente come si può credere. Questo quanto dichiarato da diverse ricerche nella materia, che stanno spingendo sempre più società private svedesi a ridurre il proprio orario a sei ore al giorno, senza però alterare il compenso.

Lavorare per più di 55 ore a settimana aumenta del 33 per cento il rischio di avere un infarto. Inoltre, se un dipendente è costretto a lavorare fino a 70 ore a settimana, non produce nulla in più rispetto a chi ne lavora 55, il che vale a dire che almeno 15 ore passate in ufficio sono state del tutto superflue.

I cosiddetti “martiri del lavoro”, che lavorano centinaia di ore in più all’anno rispetto all’orario stabilito, spesso senza ricevere gli straordinari, non stanno sicuramente facendo un favore a se stessi, ma neanche ai loro datori di lavoro, pare. Il risultato del lavoro effettuato nelle ore extra, non è quasi mai all’altezza delle capacità del dipendente e concentrarsi per più di otto ore consecutive su un progetto è quasi impossibile.

L’avvento di Internet e i social network ha portato molte persone a distrarsi più facilmente sul posto di lavoro. La società svedese Filimundus è passata a far lavorare i suoi dipendenti per sei ore al giorno l’anno scorso e non ha visto un grande cambiamento nei risultati. I leader dell’azienda hanno semplicemente chiesto al personale di non usare i social network e evitare distrazioni durante quelle sei ore. Ha funzionato. I dipendenti sono molto più allegri e rilassati, e le discussioni tra di loro sono diminuite, secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato di Filimundus Linus Feldt in un’intervista alla rivista Fast Company.

“Alcune persone criticano la nostra scelta di ridurre gli orari di lavoro dicendo che viene a costare molto alla società, ma questa loro affermazione è basata sul preconcetto che le persone diano il cento per cento per otto ore al giorno”, ha detto.

La giornata lavorativa di otto ore era stata introdotta durante la rivoluzione industriale alla fine dell’ottocento, quando un uomo di nome Robert Owen cominciò una campagna con lo slogan “Otto ore di lavoro, otto ore di ricreazione, otto ore di riposo”. All’epoca, per far lavorare le fabbriche 24 ore su 24, i proprietari costringevano il personale a giornate lavorative tra le 10 e le 16 ore. Da lì in poi, questa regola non è mai stata modificata o messa in discussione, prima di oggi.

Gli svedesi sembrano essere i pionieri di questa piccola rivoluzione degli orari di lavoro, con un crescente numero di società che stanno aderendo alla causa, anche nel settore pubblico. Per fare un esperimento, una piccola casa di risposo a Gothenburg, sulla costa occidentale della Svezia, a febbraio ha infatti ridotto l’orario di lavoro delle infermiere a sei ore al giorno, cosa che sta costando di più allo stato, ma sta anche portando a una migliore cura dei pazienti. Diversi ospedali nella città stanno seguendo lo stesso esempio.

Tuttavia, c’è anche chi questa decisione l’ha già presa in via definitiva: i centri Toyota di Gothenburg hanno giornate lavorative di sei ore da ormai 13 anni. Secondo loro, a essere più contenti non sono solo i dipendenti ma anche i clienti.

Sei ore di lavoro al giorno sembrano quindi garantire la stessa efficacia di otto in molti casi: se i dipendenti sono più sereni e rilassati, e hanno più tempo da dedicare ai propri interessi e la propria famiglia, sono in grado di essere egualmente produttivi in una giornata lavorativa più breve.

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