Aung San Suu Kyi in visita a Rakhine per la prima volta dopo lo scoppio della crisi rohingya
La leader birmana Aung San Suu Kyi ha incontrato i leader religiosi musulmani e ha chiesto alla popolazione di “non litigare”
La leader birmana Aung San Suu Kyi ha chiesto alla popolazione di Rakhine di “non litigare” in occasione della sua prima visita nello stato birmano da quando al suo interno è scoppiata la violenza che ha portato oltre 600mila musulmani rohingya a lasciare il paese per emigrare in Bangladesh. Lo ha riportato l’agenzia di stampa Reuters.
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Suu Kyi, vincitrice del Nobel per la Pace nel 1991, è stata criticata a livello internazionale per il profilo basso che ha tenuto nella gestione della crisi, che i funzionari Onu hanno definito una “pulizia etnica” compiuta dall’esercito.
Il governo birmano respinge le accuse e sostiene che le forze di sicurezza hanno lanciato un’offensiva contro ribelli miliziani rohingya che hanno attaccato 30 postazioni delle forze dell’ordine nel nord di Rakhine lo scorso 25 agosto.
Giovedì 2 novembre Suu Kyi ha visitato prima Sittwe, capitale dello stato di Rakhine, per poi dirigersi a Maungdaw, una delle zone maggiormente colpite dalla violenza etnica e religiosa.
La leader ha incontrato inoltre un gruppo di religiosi musulmani, secondo quanto riporta il gruppo di monitoraggio Arakan Projec, che cita fonti rohingya.
“Ha detto solo tre cose alle persone: che dovrebbero vivere in pace, che il governo è qui per aiutarli, e che non dovrebbero litigare tra loro”, ha detto Chris Lewa, dell’Arakan Projec, citando le informazioni ricevute da un leader che era presente all’incontro.
Decine di persone sono state uccise negli scontri tra l’esercito e i ribelli rohingya. Diverse organizzazioni non governative, tra cui Amnesty International, hanno denunciato che diversi villaggi di Rakhine sono stati bruciati per allontanare gli abitanti.