Sudan, la guerra dimenticata: per l’Onu gli sfollati sono ormai “quasi 8 milioni”
La guerra in corso in Sudan dall’aprile scorso ha provocato quasi 8 milioni di sfollati. La denuncia arriva dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi, che ha chiesto aiuti urgenti per la popolazione colpita da un conflitto spesso dimenticato da molti media internazionali.
La guerra di potere scoppiata il 15 aprile 2023 tra i generali Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan e Mohamed Hamdan Dagalo “Hemeti” ha riacceso conflitti etnici mai sopiti provocando, secondo l’Armed Conflict Location & Event Data Project (Acled), oltre 13mila vittime soltanto nei primi nove mesi.
Il “brutale conflitto in Sudan”, si legge in una nota pubblicata oggi dall’Unhcr, ha provovato “quasi 8 milioni” di sfollati. “Ho sentito storie strazianti di perdita di familiari, amici, case e mezzi di sussistenza”, ha affermato Grandi. “Ma in mezzo a questa disperazione, ho visto anche la determinazione dei rifugiati ad andare avanti, se solo si dà loro il sostegno e l’opportunità”.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, dal 15 aprile al 31 dicembre 2023 oltre 9,05 milioni di persone in Sudan sono state costrette ad abbandonare le proprie case. Almeno 6,1 milioni di persone sono sfollati interni e più di 1,5 milioni si sono rifugiati all’estero, per lo più nei sei Paesi confinanti come Ciad ed Etiopia, che già contano milioni di profughi.
“Il 13% di tutti gli sfollati a livello globale è sudanese”, si legge nel rapporto del 25 gennaio. “Quasi 1 sfollato su 8 nel mondo vive in Sudan”. Non solo: “Al 20 gennaio 2024 sono stati segnalati quasi 10mila casi sospetti di colera, con 275 decessi associati, in 60 località di 11 stati” sudanesi. Eppure, è stato finanziato solo il 3,1 per cento del piano di emergenza dell’Onu.
“La perdita di vite umane, lo sfollamento di massa, la violenza di genere, la fame e il colera sono tutti in aumento e si verificano a un ritmo allarmante”, ha denunciato la scorsa settimana Marie David, direttore ad interim dell’attività dell’ong CARE in Sudan. “Tra il 70 e l’80 per cento degli ospedali nelle zone colpite dal conflitto non funzionano più: questa crisi richiede maggiore attenzione e finanziamenti”.
Secondo le Nazioni Unite, 24,8 milioni di persone – quasi un abitante su due – in Sudan avranno bisogno di assistenza umanitaria nel 2024.