Sudan, accordo tra esercito e leader della protesta per un periodo di transizione di 3 anni
A circa un mese dal colpo di stato e dalle dimissioni del presidente Omar al-Bashir, in Sudan l’esercito ha raggiunto un accordo con i leader della protesta per un periodo di transizione di tre anni.
Il generale Yasser al-Atta, membro del consiglio militare, ha spiegato che l’intesa prevede la formazione di un consiglio sovrano che sostituirà l’attuale governo, retto dalle autorità militari. Dopodiché è prevista la formazione di un nuovo governo civile di transizione per gestire gli affari quotidiani del paese e per condurre alle prime elezioni post-Bashir.
Secondo quanto spiegato da Atta, durante il periodo di transizione il parlamento sarà composto da 300 membri, di cui il 67 per cento dall’Alleanza dei partiti dell’opposizione sudanese (Alleanza delle forze di consenso nazionale) e il resto sarà da altri gruppi politici.
I generali dell’esercito avevano inizialmente insistito per un periodo di transizione di due anni, mentre i leader della protesta volevano quattro anni.
I negoziati chiave ora sono sulla composizione del consiglio sovrano: le autorità militare vorrebbero che fosse guidato dai militari, mentre i leader della protesta vogliono che sia a maggioranza civile.
I colloqui tra le parti sono ripresi all’inizio della settimana, ma sono stati funestati da violenze: lunedì un soldato e cinque manifestanti sono stati uccisi da uomini armati non identificati durante un sit-in fuori dal quartier generale militare di Khartoum.
Questi episodio ha intensificato le proteste in particolare nella città di Omdurman.
L’Alleanza dei partiti dell’opposizione sostiene che si è trattato un tentativo di disturbare i colloqui. Gli Stati Uniti hanno invece puntato il dito direttamente contro l’esercito.
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