Le 82 studentesse nigeriane liberate da Boko Haram hanno incontrato le loro famiglie
Le ragazze rilasciate il 7 maggio scorso dopo uno scambio di prigionieri tra il governo nigeriano e il gruppo estremista hanno potuto riabbracciare i loro parenti
Ottantadue delle 276 studentesse nigeriane rapite da Boko Haram nel 2014 e rilasciate dopo tre anni di prigionia si sono riunite con le loro famiglie. L’incontro tra le ragazze e i loro parenti è avvenuto sabato 20 maggio e ha suscitato reazioni di giubilo tra i presenti. Alcune immagini scattate per l’occasione mostrano i genitori farsi spazio tra la folla per poter abbracciare le proprie figlie.
Alcune donne vinte dall’emozione sono cadute a terra, mentre un padre raggiante di gioia ha sollevato in aria sua figlia. Altri hanno accolto le giovani ballando, e non sono mancati momenti di profonda commozione.
“Sono molto felice oggi e ringrazio Dio”, ha detto uno dei padri che attendeva la propria figlia da tre anni, e che è stata liberata di recente. Gli fa eco un altro padre. “Oggi per noi è un giorno di festa. Tutti quanti, anche i più anziani stavano ballando. Tutti noi avevamo perso la speranza e pensavamo di non riuscire più a rivedere le ragazze vive”.
Le famiglie delle ragazze liberate si sono riunite nella capitale Abuja, dove dal giorno della liberazione a oggi le ragazze sono state protette dalle autorità nigeriane. I genitori potranno riabbracciare le loro figlie, prima di far rientro a casa all’inizio della settimana, mentre le ragazze saranno lasciate ancora sotto il controllo del governo che fornirà loro cure e formazione necessarie.
La liberazione delle 82 ragazze è avvenuta il 7 maggio scorso: si è tratto del più grande numero di ragazze rilasciate da Boko Haram, anche se all’appello ne mancano oltre un centinaio. Le studentesse furono rapite nel 2014 dal collegio di Chibok, nel nord della Nigeria. I miliziani irruppero nel cuore della notte nell’edificio, sorprendendo le ragazze nei loro dormitori.
Cinque comandanti del gruppo estremista di Boko Haram sono stati scarcerati dal governo nigeriano, in cambio della libertà delle ragazze. Il governo ha poi annunciato che avrebbe fatto ulteriori scambi pur di riportare a casa le altre 113 studentesse mancanti all’appello.
Un numero significativo di ragazze, la maggior parte di fede cristiana, sono state costrette a sposarsi con alcuni miliziani e hanno messo al mondo dei figli, altre invece sono state radicalizzate e si sono rifiutate di far rientro a casa. Si teme che alcune di loro siano state impiegate per compiere attentati suicidi.
Il rilascio delle 82 studentesse avvenuto due settimane fa è arrivata dopo che un primo gruppo di 21 ragazze era stato rilasciato nel mese di ottobre. Il governo nigeriano ha confermato di aver negoziato con i miliziani di Boko Haram per il loro rilascio, con il supporto del governo svizzero e del Comitato internazionale della Croce Rossa.
Una volta stipulato l’accordo, le ragazze sono state liberate e hanno viaggiato al buio per raggiungere il punto di incontro scelto e hanno atteso in un bosco vicino al confine con il Camerun per essere prelevate e portate via a bordo di quattro veicolo blindati.
Dopo la notte trascorsa in una base militare, le ragazze sono state trasportate a bordo di un elicottero militare nella città di Maiduguri, prima di raggiungere la capitale Abuja.
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