La storia dell’allenatore che è morto facendo da scudo umano ai suoi studenti nella sparatoria in Florida
Aaron Feis, vice allenatore della squadra di football del liceo, ha sacrificato la propria vita nella strage alla scuola Stoneman Douglas di Parkland
Tra le vittime del terribile attacco armato alla scuola Stoneman Douglas di Parkland, in Florida, c’è anche Aaron Feis, vice allenatore della squadra di football del liceo, morto facendo da scudo umano ai suoi studenti.
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Feis era stato inizialmente portato in ospedale e operato d’urgenza, ma si è spento nella notte di mercoledì 14 febbraio 2018, aggiungendosi alle altre 17 persone che hanno perso la vita nella strage.
Quando Nikolas Cruz, 19enne ex studente dell’istituto poi espulso per motivi disciplinari, ha fatto irruzione nell’edificio scolastico armato di un fucile semiautomatico leggero modello Ar-15, Aaron Feis ha deciso di sacrificare se stesso per salvare i ragazzi.
Nel corso delle ultime ore è anche emerso che l’autore della strage nella scuola è un membro dei suprematisti bianchi USA.
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A scuola, il vice allenatore Feis, aveva anche il compito di guardia di sicurezza. Proprio per questo, durante l’attacco, l’allenatore della squadra Willis May gli ha sentito riferire al walkie-talkie “No, non sono petardi”.
Secondo quanto riportato, Feis si è letteralmente tuffato tra l’attentatore e una ragazza, salvandola dai colpi che sarebbero stati letali.
Gli MS Douglas Eagles, la squadra della scuola che allenava, lo hanno ricordato su Twitter scrivendo: “È morto da eroe, e sarà per sempre nei nostri cuori e nei nostri ricordi”.
It is with Great sadness that our Football Family has learned about the death of Aaron Feis. He was our Assistant Football Coach and security guard. He selflessly shielded students from the shooter when he was shot. He died a hero and he will forever be in our hearts and memories pic.twitter.com/O181FvuHl3
— MS Douglas Football (@MSDEagles) 15 febbraio 2018
Per tanti ragazzi il coach era un vero e proprio punto di riferimento. Andrew Hoffman, un ex studente impiegato dalla scuola come insegnante di nuoto, ha detto che Feis era molto attento alla sicurezza nella scuola
“È morto come è vissuto: mettendo gli altri al primo posto” ha dichiarato Denise Lethio, portavoce della scuola.
Colton Haab, un suo studente, lo descrive ai microfoni della CNN come una persona altruista, disponibile e amichevole, “un gran lavoratore”.
“A scuola niente sarà più come prima senza di lui, questo è sicuro” ha dichiarato il ragazzo.
Can everyone please take a second to pray for my coach today he took serval bullets covering other students at Douglas . pic.twitter.com/8AMG7t6tpH
— Charlie Rothkopf (@RothkopfCharlie) 14 febbraio 2018
Ma Aaron Feis non è l’unico eroe di questa storia. Durante quella che è stata una tra le 10 sparatorie più letali della storia moderna americana, nonché la diciottesima dall’inizio 2018, in tanti tra gli adulti si sono prodigati per far sì che gli studenti fossero al sicuro.
Un addetto alle pulizie ha tempestivamente dirottato il professor Hogg e vari studenti lontano dal killer, salvandoli, mentre Melissa Falkowsi, professoressa della scuola, nascondeva 19 studenti in uno sgabuzzino dopo aver chiuso la porta della classe.
“È il peggior incubo che si possa realizzare” ha raccontato la docente alla CNN.