Il giornalista russo Babchenko ha inscenato il suo omicidio per sfuggire ai suoi assassini
Il giornalista russo Babchenko era stato dato per morto il 30 maggio, ma nella stessa giornata è apparso in diretta tv. Il suo finto omicidio era stato inscenato con l'aiuto delle autorità ucraine
Il 30 maggio 2018 era stata diffusa la notizia della morte del giornalista russo Arkady Babchenko, uno dei più duri oppositori del Cremlino.
Il reporter sarebbe stato raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco mentre entrava nell’appartamento che condivideva con la moglie a Kiev, in Ucraina.
Arkady Babchenko si era trasferito nel paese dopo le continue minacce di morte ricevute per i suoi articoli e inchieste.
Nella stessa giornata, però, il reporter è apparso a sorpresa in una conferenza stampa organizzata dalla polizia ucraina per fornire ulteriori informazioni sul caso.
La notizia della morte di Arkady Babchenko era stata data il 30 maggio dalle stesse forze di polizia dell’Ucraina, che avevano confermato l’omicidio del reporter durante un’intervista con i media locali.
Le autorità aveva anche rilasciato un’immagine in cui si mostrava Arkady Babchenko disteso sul pavimento, colpito alla schiena da tre colpi di arma da fuoco.
Il corpo era stato trovato dalla moglie del giornalista davanti all’ingresso del condominio dove abitava, a Kiev, e secondo le informazioni diffuse Babchenko era morto poco dopo a bordo dell’ambulanza che lo stava trasportando d’urgenza all’ospedale.
Il governo ucraino aveva subito dato la colpa alla Russia per l’omicidio del reporter e il capo della polizia di Kiev, Andriy Kryshchenko, aveva riferito ai media locali di sospettare che il giornalista fosse stato ucciso a causa delle sue “attività professionali”.
Il primo ministro ucraino Volodymyr Groysman aveva descritto Babchenko come “un vero amico dell’Ucraina, che raccontava al mondo le aggressioni della Russia. L’assassino deve essere punito”.
“Il regime di Putin prende di mira coloro che non si lasciano intimidire”, aveva invece scritto su Facebook Anton Gerashchenko, parlamentare ucraino e consigliere del ministro degli Interni.
Nel suo ultimo post su Facebook prima della sua finta morte, il giornalista aveva ricordato quando, esattamente un anno prima, aveva rischiato di morire in un incidente aereo.
Babchenko infatti doveva viaggiare a bordo di un elicottero militare ucraino in una zona dell’Ucraiana ancora teatro di scontri, ma all’ultimo momento non era potuto partire per mancanza di spazio nel velivolo. L’elicottero era stato poi abbattuto dai ribelli pro-Russia, uccidendo 14 persone.
La buona sorte sembrava aver abbandonato Babchenko proprio nell’anniversario della sua “seconda nascita”, come lui stesso l’aveva definita.
In base alla ricostruzione offerta dalle autorità ucraine, Babchenko era stato ucciso da un uomo di circa 40-45 anni, con una barba grigia e un berretto.
Il parlamentare ucraino Anton Herashchenko aveva detto che il giornalista era andato a comprare del pane e che l’assassino lo stava aspettando vicino al suo appartamento.
In realtà, come è stato rivelato il giorno stesso, l’omicidio del reporter era stato inscenato per cercare di catturare coloro che avevano davvero intenzione di uccidere Babchenko.
L’operazione è stata condotta con l’appoggio della polizia ucraina e nemmeno la moglie del giornalista ne era a conoscenza.
Durante la conferenza stampa, Babchenko si è scusato con i colleghi.
“Sono stato costretto a seppellire amici e colleghi molte volte e so che sentimento nauseante si prova”.
“Chiedo scusa a tutti, soprattutto a mia moglie, ma non c’era altro modo. Ringrazio l’intelligence ucraina che mi ha salvato la vita”.
Il capo dei servizi di sicurezza ucraini, Vasyl Hrytsak, ha annunciato l’arresto di una persona che aveva ideato un piano per assassinare Babchenko.
I servizi segreti dell’Ucraina hanno infatti rivelato che i servizi speciali russi avevano reclutato un ex combattente nell’Ucraina orientale offrendogli 30 mila dollari per l’omicidio del giornalista.
Il Cremlino si è limitato a rallegrarsi nel vedere che il giornalista era ancora in vita, ma ha criticato le messa in scena definendola propaganda.
“Il fatto che Babchenko sia vivo è la notizia migliore, magari fosse sempre così. È un peccato che la messinscena non abbia funzionato in altri casi. Il fatto che in questa storia sia stato inserito l’effetto propaganda è ovvio”, ha scritto su Facebook la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharov.
Ex soldato nella guerra in Cecenia ed ex corrispondente di guerra, Babchenko ha più volte duramente criticato la politica della Russia in Ucraina e Siria.
È stato denunciato da alcuni politici filo-governativi russi per i suoi commenti sui social media sul bombardamento russo di Aleppo nella guerra in Siria e per aver accusato Mosca di aggressione nei confronti dell’Ucraina.
Nel 2012 ha partecipato alle elezioni non ufficiali organizzate dall’opposizione russa.
Nel 2016, dopo aver scritto di un aereo militare russo precipitato nel Mar Nero, ha riferito di aver ricevuto minacce di morte e aveva lasciato il paese.
Nel 2018 ha inscenato il suo omicidio, con la collaborazione dell’Ucraina, per smascherare e arrestare le persone che lo minacciavano di morte.