Stephen Hawking e gli scienziati britannici si schierano contro la Brexit
In una lettera al The Times hanno detto che uscire dall'Unione Europea sarebbe una catastrofe per il mondo scientifico del Regno Unito
Stephen Hawking insieme a più di 150 membri della Royal Society (l’accademia britannica delle scienze) avverte che lasciare l’Unione Europea sarebbe un “disastro per il mondo scientifico britannico”.
Lo scienziato più famoso del mondo si è unito a economisti, matematici, ingegneri e altri scienziati che hanno scritto una lettera al The Times in cui spiegano le due ragioni per cui restare nell’Ue è di fondamentale importanza.
“Prima di tutto, maggiori fondi hanno permesso di innalzare il livello della scienza in Europa e, in particolare, nel Regno Unito, perché abbiamo un vantaggio competitivo.”
“Secondo, al momento reclutiamo molti dei nostri migliori ricercatori nell’Europa continentale, inclusi molti giovani che hanno ottenuto fondi dall’Eu e hanno scelto di trasferirsi da noi con quel denaro. Essere in grado di attrarre e finanziare i talenti europei, assicura il futuro della scienza nel Regno Unito e incoraggia i migliori scienziati del mondo a venire qui”.
La lettera fa notare che dopo aver ristretto il libero movimento per i lavoratori provenienti dai 28 stati membri dell’Ue, la Svizzera (che non è un membro dell’Unione) si è dovuta mettere alla disperata ricerca di modi di attrarre giovani scienziati di talento.
“Se il Regno Unito lascia l’Ue e la libertà di movimento degli scienziati tra il Regno Unito e l’Europa verrà meno, sarà un disastro per il mondo scientifico e accademico britannico”, prosegue la lettera.
“Gli investimenti nella scienza sono altrettanto importanti, per la prosperità e la sicurezza del Regno Unito sul lungo cammino, degli investimenti in progetti infrastrutturali, agricoli o industriali; e la libertà di movimento degli scienziati è vitale per la scienza quanto lo è il libero mercato per l’economia”.
Angus Dalgleish, il portavoce del gruppo Scientists for Britain, favoreli alla Brexit, ha detto: “La linea di fondo è che noi diamo all’Europa molto più di quello che riceviamo. Alla differenza potremmo semplicemente rimediare col denaro che risparmieremmo”.