Stati Uniti, nel secondo trimestre il pil è calato del 32,9 per cento: è recessione
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Stati Uniti, pil calato del 32,9 per cento: è recessione
Gli Stati Uniti sono in recessione. Nella giornata di ieri, 30 luglio 2020, l’amministrazione Trump ha diffuso il dato sul Pil statunitense nel secondo trimestre: meno 32,9 per cento su base annuale, che segue il meno 5 per cento dei primi tre mesi dell’anno. Una catastrofe. Gli Usa sono quindi entrati a tutti gli effetti in recessione e hanno visto fermarsi l’espansione economica che durava da 11 anni, la più lunga mai registrata negli States. Il meno 32,9 per cento, causato dalla pandemia di Covid-19, è il peggiore dato in assoluto da quando sono iniziate le rilevazioni ufficiali (1947).
Negli Stati Uniti le spese personali dei cittadini sono diminuite complessivamente del 34,6 per cento. Una tragedia visto che il Pil americano poggia per due terzi sui consumi. Ma non solo. Allarmanti anche altri indicatori: il taglio del 49 per cento degli investimenti privati; in caduta libera la domanda; in difficoltà l’offerta. A reggere, per ora, è la spesa pubblica, in particolare quella federale, che è salita del 17,4 per cento e su pochi comparti privati, come l’industria tech e digitale.
Boom big tech
L’emergenza Coronavirus ha fatto impennare i profitti delle big tech. Nel secondo trimestre il fatturato dell’iPhone è salito a 26,4 miliardi di dollari. Per Bezos (Amazon) i ricavi hanno raggiunto gli 88,9 miliardi contro gli 81,5 previsti. Utili raddoppiati a 5,2 miliardi per Zuckerberg (Facebook, Instagram, WhatsApp). In controtendenza Alphabet (Google), ma il calo è stato inferiore alle attese.
Pil: Germania come gli Stati Uniti
Il crollo americano va di pari passo con quello registrato in Germania, dove il Pil nel secondo trimestre del 2020 è arretrato del 10,1 per cento, la peggiore performance da quando sono iniziate le rilevazioni statistiche (1970). Il tracollo di Usa e Germania sta pesando sulle borse europee che hanno bruciato complessivamente 172,2 miliardi di euro.
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