Stati Uniti e alleati vogliono sferrare l’attacco finale all’Isis
Gli Stati Uniti e gli alleati della coalizione internazionale contro l’Isis concordano su una strategia per sconfiggere definitivamente il califfato in Siria e Iraq
Gli Stati Uniti e gli alleati della coalizione internazionale contro l’Isis concordano sulla necessità di pianificare una strategia comune per sconfiggere definitivamente il califfato.
John Kerry, segretario di stato americano, ha dichiarato in occasione di una conferenza stampa a latere dell’incontro tenutosi a Washington fra i ministri degli Esteri e della Difesa degli stati della coalizione, che è in via di definizione una strategia volta a sferrare il “colpo finale” all’Isis in Siria e in Iraq.
Il segretario di stato ha aggiunto che, parallelamente, è necessario stabilizzare le aree già liberate con l’aiuto di tutta la comunità internazionale: “La nuova sfida che dobbiamo affrontare è quella di difendere e prestare soccorso in quei territori già liberati”.
Lise Grande, coordinatore umanitario dell’Onu in Iraq, ha avvisato che le vittorie militari saranno solo temporanee se non verranno anche affrontati i problemi strutturali della popolazione locale.
L’Onu ha paventato uno scenario in cui serviranno almeno due miliardi di dollari per soccorrere gli abitanti e stabilizzare l’area.
In particolare, si temono gli effetti sul piano umanitario di un’eventuale battaglia per riconquistare Mosul, città bastione dell’Isis in Iraq, secondo centro urbano del paese dove vivono insieme sunniti, curdi, turcomanni e altri gruppi etnici. Nonostante ciò, ancora non ci sono scadenze fissate per sferrare l’attacco.
Secondo Jan Kubis, inviato dell’Onu in Iraq, la liberazione di Mosul potrebbe scatenare “la più grande e delicata crisi umanitaria del pianeta”.
Si stima che circa un milione di persone potrebbero risultare sfollate, aggiungendosi ai 3,5 milioni di iracheni che hanno già dovuto abbandonare le proprie case.
Intanto, il capo dell’opposizione siriana ha chiesto la sospensione dei bombardamenti americani in Siria contro le infrastrutture strategiche dell’Isis, in quanto avrebbero causato decine di vittime fra i civili.
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