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Sri Lanka nel caos: i manifestanti assaltano l’ufficio del primo ministro mentre il presidente lascia il Paese

Immagine di copertina
Le forze di sicurezza sparano gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti che cercano di entrare nell'ufficio del primo ministro a Colombo, in Sri Lanka, il 13 luglio. Credit: EPA/CHAMILA KARUNARATHNE

Sri Lanka nel caos: i manifestanti assaltano l’ufficio del primo ministro mentre il presidente lascia il Paese

Finisce il dominio ventennale della famiglia Rajapaksa sullo Sri Lanka. Nelle ultime ore è fuggito dal paese anche l’ultimo membro rimasto al potere, il presidente Gotabaya, mentre continuano a infuriare le proteste.

Dopo la fuga di Rajapaksa, rifugiatosi alle Maldive, è stato nominato presidente ad interim il primo ministro Ranil Wickremesinghe mentre il governo ha annunciato il coprifuoco e lo stato d’emergenza, prima di ritrattare. Entrambe le misure dovrebbero essere comunque reintrodotte nelle prossime ore, per contenere il caos senza precedenti sull’isola dell’Asia meridionale, attraversata dalla peggiore crisi economica della sua storia.

Sia Rajapaksa che Wickremesinghe avevano annunciato le proprie dimissioni durante il fine settimana, quando i manifestanti avevano preso d’assalto le rispettive residenza, dando alle fiamme l’abitazione del primo ministro. Il presidente Rajapaksa, che sostiene di volersi dimettere ufficialmente oggi, ha lasciato l’incarico temporaneamente al capo del governo, citando un articolo della costituzione che si applica nei casi in cui il presidente è malato o “assente” dal paese.

Una decisione che ha scatenato la condanna dell’opposizione, che ritiene illegittima la nomina di Wickremesinghe, e nuove proteste da parte dei manifestanti, che da mesi chiedono la fine del sistema di potere che governa il paese. Sono così partiti nuovi assalti contro le sedi istituzionali, in particolare l’ufficio del primo ministro, occupato dai manifestanti dopo gli scontri con le forze di sicurezza ai cancelli. Una volta entrati nell’edificio, hanno invaso i corridoi arrivando fino al balcone, da dove hanno sventolato la bandiera nazionale e acceso fuochi d’artificio.

Sempre a Colombo, capitale economica del paese, un gruppo di manifestanti è entrato nella sede della tv di stato, Sri Lanka Rupavahini, con cui avrebbero negoziato un “accordo” per non dare spazio a esponenti del vecchio regime come Wickremesinghe.

“I manifestanti non hanno motivo di assaltare l’ufficio del primo ministro, ha detto in una nota Wickremesinghe. “Vogliono fermare il processo parlamentare. Ma dobbiamo rispettare la Costituzione. Quindi le forze di sicurezza mi hanno consigliato di imporre lo stato d’emergenza e il coprifuoco. Sto lavorando per farlo”.

Prima di fuggire, Gotabaya era l’ultimo membro dei Rajapaksa rimasto al potere, dopo che avevano già rinunciato ai loro incarichi i fratelli Mahinda (primo ministro), Basil e Chamal (ministri delle Finanze e dell’Irrigazione) e i nipoti Namal (ministro dello Sport), Yoshitha (capo di gabinetto del primo ministro) e Shasheendra (sottosegretario all’Agricoltura). Tramite il presidente del parlamento, Gotabaya ha fatto sapere che intende dimettersi nella giornata di oggi.

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