Sri Lanka, Governo criticato per falle nella sicurezza
Gli attacchi in Sri Lanka hanno causato la morte di più di 300 persone e messo in crisi il Governo del paese a causa delle falle nella sicurezza.
Dieci giorni prima degli attentati, infatti, la polizia aveva avvertito del rischio violenze in Sri Lanka a luoghi di culto in vista delle festività pasquali, ma l’allarme era rimasto inascoltato.
Con il passare delle ore, il primo ministro e il presidente dello Sri Lanka si sono incolpati vicendevolmente per gli errori commessi a livello di sicurezza.
“Gli attacchi terroristici di domenica in Sri Lanka non sono stati un fallimento dei servizi segreti del paese, ma una mancanza di circolazione interna delle informazioni a persone capaci di agire”, è stato il commento rilasciato in un’intervista dal ministro delle Riforme economiche e della distribuzione pubblica, Harsha De Silva.
“Un promemoria era stato inviato al ministero della Difesa che lo indirizzò poi all’Ispettore generale della Polizia, che poi lo ha inviato a varie altre persone, quindi non c’è stato un fallimento dell’apparato di intelligence”, ha continuato il ministro, spiegando che i servizi interni del paese erano stati allertati dagli omologhi americani ed indiani.
“È stato un fallimento di attuazione di ciò che doveva essere attuato. Quindi, la domanda è perché non è stato fatto quello che andava fatto per prevenire gli attentati”.
Il ministro De Silva ha poi preso le difese del primo ministro dello Sri Lanka Ranil Wickremesing, che “è stato tenuto all’oscuro” dei rischi, spiegando che neanche il presidente e ministro della Difesa, Maithripala Sirisena erano stati informati.
Intanto proseguono le indagini per trovare i responsabili degli attacchi, anche se secondo le prime dichiarazioni rilasciate dal ministro della Difesa si tratterebbe di una “rappresaglia” per la strage di musulmani avvenuta a Christchurch, in Nuova Zelanda.