Sri Lanka: “Attentati rappresaglia per strage di musulmani in Nuova Zelanda”
Gli attentati che hanno colpito la capitale dello Sri Lanka nella mattina di Pasqua sarebbero una “rappresaglia” per la strage di musulmani avvenuta a Christchurch, in Nuova Zelanda.
A renderlo noto è stato il ministro della Difesa, Ruwan Wijewardene, riferendo al Parlamento il 23 aprile.
Le prime indagini “hanno rivelato che l’attacco è stato condotto in rappresaglia a quello contro i musulmani a Christchurch”, secondo quanto affermato dal ministro. Nell’attacco in Nuova Zelanda hanno perso la vita 50 fedeli musulmani.
Il 22 aprile il governo aveva già affermato ch dietro gli attentati vi è un gruppo jihadista locale che“non ha agito da sola”, ma con l’aiuto di “una rete internazionale senza la quale questi attacchi non sarebbero riusciti”.
Il gruppo accusato della strage è il National Thowheed Jamath (Ntj), un’associazione radicale musulmana poco nota e che sarebbe appunto l’ideatore degli attacchi.
Gli attentati – La domenica di Pasqua otto diverse esplosioni contro chiese e hotel di lusso hanno insanguinato la capitale dello Sri Lanka, Colombo.
Negli attacchi hanno perso la vita 321 persone e il 23 aprile è stato proclamato un giorno di lutto nazionale in occasione dei funerali dei cittadini morti.
Tra le vittime ci sono anche molti stranieri, circa 30, provenienti da 11 paesi diversi: India, Regno Unito, Stati Uniti, Danimarca, Svizzera, Spagna, Australia, Cina, Olanda, Giappone e Portogallo.
Tra questi non c’è nessun cittadino italiano, secondo quanto riferito dalla Farnesina. Sono morti, invece, tre dei quattro figli di Anders Holch Povlsen, il patron della nota casa di abbigliamento e cosmesi Asos.