Pasqua di sangue in Sri Lanka: diversi attentati in chiese e hotel, oltre 290 i morti
Aggiornamento lunedì 22 aprile ore 20:00 – Riassunto attentati in Sri Lanka: Oltre 290 vittime. Il governo: “Gruppo jihadista dietro attacchi”. Il 23 aprile giorno di lutto nazionale dichiarato dal presidente dello Sri Lanka, Maithripala Sirisena.
Sri Lanka Attentato – Il 21 aprile 2019 otto diverse esplosioni hanno colpito chiese e hotel di lusso nella capitale dello Sri Lanka e in alcune città vicine.
I primi sei attacchi sono avvenuti nella mattina, mentre il settimo e l’ottavo sono arrivati ore dopo, e hanno colpito i sobborghi a sud di Colombo.
Il ministro della Difesa ha fatto sapere che 24 persone sono state arrestate nel corso delle indagini: “Si tratta di estremisti religiosi“, hanno detto alcuni esponenti del governo, che hanno puntato il dito contro il gruppo jihadista locale National Thowheed Jamath.
Gli attacchi – Le chiese teatro degli attacchi sono la Sant’Antonio a Colombo; la San Sebastiano a Negombo (30 chilometri dalla capitale); un terzo luogo di culto situato a Batticaloa (250 chilometri a est della capitale). Un’esplosione si è registrata anche a Katuwapitiya e un’altra a Katana, nell’ovest dello Sri Lanka. Colpiti anche lo Shangri-La Hotel e il Kingsbury Hotel a Colombo.
Si tratta del più grave attentato dalla fine della guerra civile.
Le vittime – Il bilancio delle vittime continua intanto a salire: a 24 ore dagli attentati, le autorità dello Sri Lanka hanno dichiarato che 290 persone sono morte e più di 500 sono rimaste ferite. Tra le vittime ci sarebbero anche turisti stranieri.
La diplomazia degli Stati Uniti ha confermato che ci sono diversi cittadini statunitensi tra le vittime, senza tuttavia precisare il loro numero. “Possiamo confermare che tra le vittime ci sono diversi cittadini americani”, ha dichiarato il segretario di stato Mike Pompeo in un comunicato dove condanna gli attacchi.
Dalla Casa Bianca arriva la dura condanna degli attacchi: “Gli Stati Uniti condannano nel modo più duro gli ignobili attacchi terroristici in Sri Lanka che hanno reclamato così tante vite preziose in questa domenica di Pasqua”.
“Le nostre sentite condoglianze vanno alle famiglie delle oltre 200 vittime e delle centinaia di altri feriti. Stiamo col governo e col popolo dello Sri Lanka mentre portano alla giustizia gli autori di questi atti deprecabili e senza senso”, si legge in un comunicato.
La Farnesina ha attivato un numero di emergenza per le segnalazioni e l’Unità di crisi.
Subito dopo gli attacchi il ministro dello Sri Lanka per le Riforme economiche, Harsha de Silva, ha lanciato un appello via social agli abitanti: “Per favore restate in casa. Ci sono molte vittime, inclusi stranieri”.
Il ministro si è recato in alcuni dei luoghi attaccati: “Scene orribili, ho visto arti amputati sparsi dappertutto, le squadre di emergenza sono state inviate in tutti i luoghi. (…) Abbiamo portato molte vittime in ospedale, speriamo di aver salvato molte vite”.
Tra le vittime ci sono anche tre dei quattro figli del patron di Asos, nota ditta di abbigliamento.
L’allarme – Nessuno ha ancora rivendicato gli attacchi contro chiese e hotel del paese, ma dieci giorni fa il capo della polizia aveva messo in guardia contro possibili attentati kamikaze a “chiese di rilievo”.
L’allerta del capo della polizia, Pujuth Jayasundara, è stato diffuso a livello nazionale l’11 aprile e si basava su una segnalazione fatta da un’agenzia di intelligence straniera che segnalava come l’organizzazione Tamil Nadu Thowheed Jamath “pianifica di realizzare attacchi suicidi contro chiese di rilievo, così come contro l’Alta commissione indiana (la missione diplomatica indiana, ndr) a Colombo”.
Intanto il primo ministro Ranil Wickremesinghe ha convocato il Consiglio di sicurezza e ha imposto il coprifuoco dalle 18 locali alle 6 della mattina dopo.