Sposarci con uno straniero ci rende più felici
La scrittrice americana Lauren Collins ha raccontato in un articolo del New York Times cosa significa condividere la propria vita con una persona di un'altra cultura
Qualche anno fa la scrittrice americana Lauren Collins stava prendendo un aperitivo con suo marito, in un bar di Ginevra, la città svizzera nella quale al tempo vivevano insieme. Un uomo che Lauren non conosceva, si avvicinò al tavolo e cominciò a parlare con suo marito, senza che quest’ultimo li presentasse.
Quando furono nuovamente soli, Lauren chiese al marito per quale motivo non l’avesse presentata. Perché avrebbe dovuto farlo? Secondo suo marito, che è francese, presentare sua moglie a quell’uomo non sarebbe stata una cosa normale, poiché lui stesso lo conosceva appena. Ecco un tipico esempio di incomprensione culturale.
Per Lauren, che mai avrebbe sognato di sposare un uomo francese e di vivere a Parigi, la cosa più naturale sarebbe stata condividere la propria vita con qualcuno del New Jersey, al massimo. Forse in passato sarebbe stato così e un cittadino della Carolina del Nord non avrebbe mai immaginato di sposare un francese. Si sa, non c’era internet e non c’erano i weekend all’estero.
Secondo quanto riporta l’autrice sul New York Times, i matrimoni multiculturali sono in crescita. Ad oggi, nel 7 per cento circa delle coppie americane uno dei due coniugi è straniero. Negli stati della California, del Nevada, nel Distretto di Columbia e nelle Hawai, la cifra si avvicina al 14 per cento. Anche in 25 paesi europei i matrimoni multiculturali sono in continuo aumento. La proporzione delle coppie miste in Europa ammonta al 20 per cento circa.
Alcuni studi, come spiega Collins, mostrano come i matrimoni multiculturali siano un’impresa complicata e come il tasso dei divorzi sia più alto. I problemi che si presentano possono avere a che fare con le difficoltà comunicative, le traduzioni erronee, la mancanza affettiva del paese di origine e le diverse tradizioni culturali.
I problemi in queste coppie non sono pochi. Anche decidere a che ora cenare può diventare un ostacolo se entrambi i coniugi hanno, per cultura, un orario prestabilito in cui sono sempre stati soliti mangiare. Eppure, come spiega Collins, questi problemi comportano delle ricompense.
Chi sposa uno straniero avrà sempre in tavola ricette autentiche del paese d’origine del marito o della moglie. La doppia cittadinanza per i figli e dunque il doppio passaporto o il bilinguismo in famiglia. Imparare un’altra lingua è una grande fortuna, secondo Collins, è come scoprire di avere in casa propria un’altra stanza di cui non si era a conoscenza.
Quando si decide di formare una famiglia con una persona di un altro paese si ha il doppio della musica, il doppio dei film, il doppio di squadre per cui tifare, il doppio di festività. Si viaggia e i propri genitori viaggiano. Le probabilità di avere una relazione appagante sono molto alte, in media, secondo una ricerca finlandese sui matrimoni multiculturali.
Condividere la propria vita con un partner di un altro paese è come prendere parte a un esperimento mondiale su come sviluppare l’empatia tra esseri umani. L’atto di negoziare quotidianamente le piccole differenze con il proprio partner si deve considerare, secondo Collins, un passo verso la comprensione delle difficoltà del mondo.
Lauren Collins è l’autrice di When in French. Love in a second language, uno dei libri migliori del 2016 secondo la redazione di TPI.