Caso ex spia russa, l’Ue richiama l’ambasciatore a Mosca
I leader riuniti per il Consiglio europeo ritengono "altamente probabile" che la Russia sia responsabile di un attacco con gas nervino nel Regno Unito
L’Unione europea ha richiamato il suo ambasciatore a Mosca ritenendo “altamente probabile” che la Russia sia responsabile di un attacco con gas nervino nel Regno Unito. Il riferimento è al caso del presunto avvelenamento dell’ex spia russa Sergej Skripal, avvenuto il 4 marzo 2018 a Salisbury, nella contea inglese di Wiltshire.
Dopo colloqui avvenuti nella serata del 22 marzo 2018, a margine del primo dei due giorni di Consiglio europeo, i leader dei 27 paesi membri hanno convenuto che “non esiste una spiegazione alternativa plausibile”.
Il primo ministro britannico, Theresa May, aveva detto che l’avvelenamento di Salisbury era “parte di un modello di aggressione russa contro l’Europa”. Mosca nega qualsiasi coinvolgimento nella vicenda.
L’Unione europea ha affermato che il suo ambasciatore in Russia è stato richiamato “per consultazioni”.
Sergei Skripal era stato avvelenato con gas nervino insieme alla sua figlia Yulia: entrambi rimangono in condizioni critiche ma stabili.
La dichiarazione del Consiglio europeo ha aggiunto: “Siamo solidali senza riserve con il Regno Unito di fronte a questa grave sfida alla nostra sicurezza condivisa”.
In occasione della riunione dei 27 leader, May ha informato i colleghi sulla vicenda, illustrando le prove che Londra dice di avere contro Mosca.