Sospensione brevetti vaccini, Ue spaccata su proposta Usa: Italia e Francia a favore, Germania contro
Ieri, giovedì 6 maggio, l’Amministrazione Biden ha annunciato di essere a favore della sospensione dei brevetti per i vaccini anti-Covid. La svolta è giunta dopo che gli Stati Uniti si erano opposti alla proposta di sospendere la protezione della proprietà intellettuale per i vaccini in sede di Organizzazione mondiale del commercion (Omc), ma la diffusione incontrollata dei contagi in Sudamerica e in India, che già ad ottobre aveva avanzato la proposta all’Omc insieme al Sudafrica, ha posto Biden sotto nuova pressione a livello interno e internazionale. La posizione di Washington ora è quella di aprire a una produzione di massa che sia slegata dalla proprietà intellettuale delle Big Pharma.
L’annuncio di Biden è stato accolto con favore dal presidente del Consiglio italiano Mario Draghi che ha commentato: “I vaccini sono un bene comune globale. È prioritario aumentare la loro produzione, garantendone la sicurezza, e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali”. Ma a poche ore dalla dichiarazione americana, l’Europa si scopre spaccata.
In mattinata Francia e Unione europea si erano rapidamente accodati a Washington, nel pomeriggio è però arrivato il “nein” di Berlino. La liberalizzazione, ha detto un portavoce di Angela Merkel “creerebbe seri problemi alla produzione dei vaccini” aggiungendo che “La protezione della proprietà intellettuale è una fonte di innovazione e deve rimanere tale anche in futuro”. Una presa di posizione arrivata mentre la tedesca BioNtech, che realizza il vaccino con Pfizer, precipitava del 13% alla borsa di Francoforte e aveva da poco diffuso una nota per spiegare che “I brevetti non sono il fattore limitante della produzione e dell’approvvigionamento del nostro vaccino.
Ieri il presidente francese Emmanuel Macron, si era detto “del tutto favorevole” alla revoca delle licenze. Quasi sulla stessa linea la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen che aveva affermato “L’Ue è pronta a discutere qualsiasi proposta che affronti la crisi” del Covid “in modo efficace e pragmatico. Questo è il motivo per cui siamo pronti a discutere di come la proposta degli Stati Uniti per una deroga alla protezione della proprietà intellettuale” dei brevetti “per i vaccini Covid potrebbe aiutare a raggiungere tale obiettivo”. Silvia Calzón, esponente del governo spagnolo ha detto che Madrid condivide la posizione di Bruxelles sulla possibile revoca dei brevetti dei vaccini.
Secondo Merkel non è questa la strada per aumentare la distribuzione globale del farmaco anti-Covid. “La protezione della proprietà intellettuale è una fonte di innovazione e deve rimanere tale in futuro”, ha affermato giovedì una portavoce del governo tedesco alla Süddeutsche Zeitung. “Il fattore limitante nella produzione di vaccini è la capacità di realizzarli, insieme agli elevati standard di qualità che questi vaccini richiedono. Non sono i brevetti”. E infatti “stiamo lavorando in molti modi per migliorare le capacità di produzione in Germania e nell’Unione europea, ma anche a livello mondiale, e anche le aziende interessate lo stanno facendo”.
Più netta la posizione del ceo della multinazionale farmaceutica americana Pfizer, Albert Bourla, che non è “per niente” d’accordo alla revoca. La Pfizer ha prodotto e commercializzato, insieme all’azienda tedesca BioNTech che l’aveva sviluppato, il primo vaccino contro il covid approvato in Occidente.
Tra i perplessi/contrari anche la Svizzera. In una dichiarazione trasmessa all’agenzia Keystone-ATS, la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) ritiene “significativo” l’annuncio arrivato dagli Stati Uniti. Per la Seco, tuttavia, questa sospensione temporanea non garantirà un accesso “equo, economico e rapido” ai vaccini e ad altre tecnologie contro la pandemia. Per la Confederazione non esiste infatti una soluzione semplice, poiché ci sono numerosi elementi da considerare.
I leader dell’Ue discuteremmo l’argomento della condivisione dei vaccini a Porto, compresa l’idea di rinuncia ai diritti della proprietà intellettuale. Al Consiglio europeo informale organizzato in presenza si collegheranno da remoto la cancelliera Angela Merkel, il premier olandese Mark Rutte e quello maltese Robert Abela. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha sottolineato su Twitter che “tutti i Paesi devono consentire l’esportazione ed evitare di interrompere le catene di approvvigionamento. Dobbiamo sviluppare la capacità di produzione globale con il sostegno finanziario dell’Ue per i partner in via di sviluppo”.
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