George Soros chiude la sede della sua fondazione in Turchia
Il presidente Erdogan ha accusato Soros di star aumentando le divisioni interne al paese per rovesciare il governo
La fondazione Open Society del magnate George Soros ha deciso di interrompere tutte le sue attività in Turchia, dopo che il presidente Erdogan accusato il filantropo di fomentare la divisione nel paese.
Il governo turco, secondo l’Organizzazione, ha condotto una campagna mediatica contro la Open Society e ha impedito ai suoi funzionari di svolgere il loro lavoro.
Il ministro dell’Interno turco ha anche cercato di dimostrare che ci fosse un legame tra la Fondazione e gli organizzatori delle proteste svoltesi a Istanbul nel parco di Gezi, nel 2013.
Il governo di Ankara infatti ha arrestato 13 attivisti, tra cui Hakan Altinay, con l’accusa di sostenere l’attivista Osman Kavala, in carcere per aver cercato di rovesciare l’esecutivo attraverso le proteste del 2013.
Il presidente Erdogan di recente ha collegato gli ultimi arresti al magnate Soros. “La persona (Kavala, ndr) che ha finanziato i terroristi durante gli incidenti di Gezi è già in prigione. Ma chi c’è dietro di lui? Il famoso ebreo ungherese Soros. Questo è un uomo che insegna alle persone come dividere le nazioni. Ha tanti soldi e li spende in questo modo”.
Fino ad oggi non è stato dimostrato alcun legame tra le proteste e la Fondazione, ma il governo turco sta continuando ad indagare le relazioni tra Soros e gli attivisti.
Gli arresti – Il 16 novembre 2018 il governo turco ha arrestato 13 persone tra cui Hakin Altinay, che ha collaborato all’apertura della sede della Open Society a Istanbul. Gli arrestati sono accusati di aver aiutato l’attivista Kavana ad organizzare nuove manifestazioni nel paese.
Osman Kavala, in prigione da più di un anno in attesa di un’accusa formale da cui potersi difendere in tribunale, ha dichiarato di non aver alcun legame con i 13 uomini arrestati né con Soros.
Soros e l’Ungheria – Alcuni mesi prima la Open Society ha deciso di chiudere le sue sedi anche in Ungheria, a causa del clima “sempre più repressivo” che vige nel paese.
Il presidente Orban è da sempre un acerrimo oppositore del magnate ungherese, tanto da chiamare una legge contro le Ong “Stop Soros”: la normativa rende più stringenti le regole per le organizzazioni non governative che ricevono finanziamenti dall’estero ha come obiettivo quello di garantire la sicurezza all’interno del paese, secondo quanto spiega il governo ungherese.