Mi sono innamorato di un soldato mentre eravamo sul campo di guerra in Iraq
Nayyef Hrebid si arruolò come traduttore al seguito delle truppe americane impegnate nel conflitto iracheno. Lì conobbe il sergente Btoo Allami, suo futuro marito
Quando Nayyef Hrebid venne reclutato come interprete al seguito delle truppe statunitensi impegnate sul campo di battaglia in Iraq nel 2003, non poteva immaginare che la sua vita sarebbe cambiata in maniera radicale. Non solo perché venne spedito in uno dei luoghi più pericolosi del mondo in quel momento, ossia la città irachena di Ramadi, situata sulle sponde del fiume Eufrate a circa 110 chilometri da Baghdad, ma soprattutto per un incontro casuale che per lui segnò una svolta.
La guerra contro l’esercito di Saddam Hussein raggiungeva il culmine delle violenze, e fu in quel frangente che Nayyef incontrò lungo il suo percorso Btoo Allami, un soldato iracheno. Iniziò così la loro relazione sentimentale clandestina che dura ancora oggi, nonostante le difficoltà e gli ostacoli che la coppia ha dovuto attraversare per poter vivere appieno la storia d’amore.
Quando decise di arruolarsi tra le fila dell’esercito statunitense, Nayyef Hrebid era appena uscito dall’università. Tra le mani stringeva ancora fresca una laurea in storia dell’arte, che non gli offriva nessuna opportunità lavorativa nel campo.
Alla fine il giovane decise di proporsi come traduttore.
Una volta arruolato, la sua prima missione era appunto nella città di Ramadi, dove aveva sede una delle principali basi militari americane. “Mi avevano mandato in quel posto. Arrivai nella fase più sanguinosa del conflitto. Ordigni esplosivi improvvisati e cecchini appostati erano la quotidianità. Mi sono chiesto diverse volte che cosa ci facessi lì e perché stessi facendo ciò”.
Tuttavia, un incontro casuale con un soldato dell’esercito iracheno, cambiò tutto. “Un giorno ero seduto fuori e questo ragazzo venne fuori dal blocco delle docce. Ho visto i suoi capelli neri lucidi e stava sorridendo. Ho pensato subito a quanto fosse carino”, ha raccontato Nayyef. “Ricordo ancora che qualcosa di bello era appena successo proprio in un posto così brutto”.
Nayyef aveva da sempre nascosto la sua omosessualità, soprattutto in un paese come l’Iraq dove le relazioni fra persone dello stesso sesso sono considerate tabù e i gay sono oggetto di attacchi violenti. Nayyef sapeva di essere diverso fin dalla sua infanzia, ma in Iraq essere omosessuale è considerato sbagliato e rappresenta una vergogna per la famiglia. “Si può correre anche il rischio di essere uccisi, quindi bisogna stare molto attenti”, ha raccontato ancora il giovane.
Dal canto suo, anche Btoo Allami, quando vide Nayyef non rimase indifferente. “Ho sentito subito una strana sensazione. I miei sentimenti sono cresciuti nel corso del tempo e l’unica cosa di cui ero certo era che volevo parlare con lui”, ha ricordato il soldato iracheno.
I due non hanno dovuto attendere a lungo per incontrarsi sullo stesso campo di battaglia. Entrambi, seppur con ruoli diversi, avevano preso parte a una missione condotta per eliminare i ribelli da un ospedale nell’area compresa tra Ramadi e Fallujah.
“Dopo aver pattugliato l’intera area, abbiamo fatto rientro in un luogo sicuro. Un giorno Btoo mi ha invitato a mangiare insieme a lui e ad altri commilitoni. Abbiamo parlato per tutta la notte e i miei sentimenti sono cresciuti per lui”, ha raccontato Nayyef.
Tre giorni dopo la cena di gruppo, Nayyef e Btoo hanno inventato una scusa e sono riusciti a ritagliarsi un momento solo per loro, per conversare e conoscersi. Avevano scelto un parcheggio per mezzi militari corazzati.
“In quel momento mi sono sentito molto vicino a Nayyef e ho percepito che era arrivata l’ora di confessargli i miei sentimenti, dirgli che l’amavo. Gli ho dato un bacio e abbiamo trascorso una notte indimenticabile. Dopo quell’incontro, non ho mangiato per due giorni di seguito, tale era l’emozione che provavo”, ha raccontato ancora Btoo Allami.
Il loro rapporto d’amore è maturato ogni giorno, anche se non era affatto facile gestire la situazione dentro il campo militare. La loro vicinanza non era passata inosservata ai loro colleghi americani e iracheni. Alcuni commilitoni smisero di rivolgere la parola a Nayyef quando seppero della sua omosessualità. Inoltre, il giovane traduttore fu vittima di violenze fisiche da parte di un suo collega che lo picchiò con un bastone, spezzandogli un braccio.
Nonostante tutto, i due portarono avanti la loro relazione sentimentale, almeno fino a quando Nayyef stufo di dover vivere quel rapporto in modo clandestino, decise di chiedere asilo negli Stati Uniti. Era il 2009. “Sapevo che se fossimo rimasti in Iraq, non avremmo avuto un futuro insieme. Saremmo stati costretti a sposare delle donne, per nascondere a tutti la nostra vera natura”, ha sottolineato Nayyef.
Il giovane traduttore era consapevole che un giorno in più trascorso in Iraq sarebbe stato rischioso per entrambi, sia per il suo lungo coinvolgimento con l’esercito americano, sia per la sua storia omosessuale rigorosamente segreta.
– L’odissea di Btoo Allami
Nayyef sperava di poter portare via con sé anche il suo compagno Btoo Allami, e vivere con lui negli Stati Uniti. L’ormai ex traduttore dell’esercito americano aveva finalmente ottenuto asilo politico e riuscì a stabilirsi a Seattle. Questo non si avverò per il suo compagno. I tentativi di ottenere un visto per Btoo Allami erano stati un insuccesso.
Inoltre, la famiglia Allami aveva scoperto l’omosessualità del loro figlio e l’aveva costretto a rinnegare la sua natura imponendo le nozze con una donna. Per Btoo era arrivato il momento di fuggire via. Non aveva una meta precisa e attraverso l’aiuto di un amico riuscì ad arrivare in Libano con un visto turistico.
“Non è stata una decisione facile da prendere, perché avevo sottoscritto un contratto di 25 anni con l’esercito. In più ero l’unico che poteva sostenere economicamente la famiglia. Ma ho capito che il mio posto era accanto a Nayyef”, ha raccontato l’ex sergente dell’esercito iracheno.
Btoo si era rivolto all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), ma il suo visto turistico era scaduto prima che il suo caso venisse preso in carico dall’agenzia dell’Onu.
L’ex sergente che aveva combattuto sul campo di battaglia era diventato un immigrato clandestino in Libano. Privo di documenti, l’uomo era costretto a evitare i soldati e i posti di blocco lungo il confine per timore che venisse rispedito in Iraq. “Mi sentivo come se fossi bloccato e non potevo più andare avanti. Ma poter parlare su Skype ogni giorno con Nayyef mi faceva sentire più forte”, ha raccontato ancora Btoo Allami.
– Il matrimonio in Canada e la vita insieme negli Stati Uniti
Dopo varie peripezie, la coppia è riuscita a sposarsi in Canada nel 2014 il giorno di San Valentino. Nayyef è riuscito a ottenere un visto dal governo degli Stati Uniti per il neo-marito.
Nel febbraio del 2015, la coppia ha ricevuto un invito per un colloquio con l’ufficio immigrazione degli Stati Uniti a Montreal. “È stato un lungo volo. L’ufficiale ci ha fatto quattro domande e dopo dieci minuti di colloquio ci ha comunicato che Btoo poteva vivere come immigrato regolare negli Stati Uniti”, ha ricordato Nayyef.
“Ho dovuto chiedere al funzionario di ripetere di nuovo quella frase. Piangevo e tremavo. Non riuscivo a credere che fosse finalmente successo ciò che sognavo. Potevamo andare a vivere insieme in qualsiasi luogo avremmo desiderato”.
Nel mese di marzo del 2015, Nayyef e Btoo sono salito a bordo di un autobus partito da Vancouver e diretto a Seattle. Potevano tornare negli Stati Uniti come una coppia legalmente riconosciuta. “È stato il giorno più felice della nostra vita”, hanno dichiarato entrambi.
Oggi Nayyef e Btoo vivono in un appartamento a Seattle. Il primo lavora come manager in un’azienda ed è a tutti gli effetti cittadino americano, mentre il secondo possiede con sé una carta verde e diventerà cittadino a breve.
La loro storia intensa ha ispirato un documentario dal titolo Out of Iraq, presentato nel 2016 al Festival di Los Angeles.
“Finalmente non dobbiamo più nasconderci, possiamo tenerci per mano quando camminiamo per strada. Avevamo perso la speranza di poter stare insieme, ma ora ci sentiamo come una famiglia. Stiamo vivendo il nostro sogno e soprattutto siamo liberi”, hanno concluso Nayyef e Btoo.
(Qui sotto il trailer del documentario che racconta la storia di Nayyef e Btoo. Credit: YouTube)