L’ex spia russa Sergej Skripal ha lasciato l’ospedale dopo l’avvelenamento
Il 66enne è stato dimesso due mesi e mezzo dopo essere stato aggredito con gas nervino: il caso ha provocato una grave crisi diplomatica tra Londra e Mosca
Sergej Skripal, l’ex spia russa avvelenata con gas nervino in Regno Unito, è stato dimesso venerdì 18 maggio 2018 dall’ospedale di Salisbury, nel sud dell’Inghilterra, dove era ricoverato dal 4 marzo.
Lo ha annunciato il servizio di sanità pubblica britannico.
“Una notizia fantastica: Sergej Skripal si sente abbastanza bene da lasciare l’ospedale”, ha dichiarato il direttore dell’ospedale, Cara Charles-Barks.
L’avvelenamento dell’ex spia, 66 anni, e sua figlia Yulia, 33, ha provocato una grave crisi diplomatica tra il Regno Unito e i suoi alleati occidentali, da una parte, e la Russia, accusata di aver ordinato l’avvelenamento, dall’altra.
La dimissione di Skripal dall’ospedale segue di circa un mese l’uscita dalla clinica della figlia.
Il 4 marzo i due sono stati trovati svenuti su una panchina in un parco di Salisbury, avvelenati con gas nervino.
Fin da subito il Regno Unito ha attribuito la responsabilità dell’aggressione alla Russia, che però ha sempre respinto tutte le accuse. La vicenda ha innescato una grave crisi diplomatica tra i due paesi.
Londra ha incassato la solidarietà di diversi paesi occidentali, tra cui gli Stati Uniti e l’Unione europea
Il 29 marzo il Cremlino ha annunciato la sua decisione di espellere 150 diplomatici occidentali e chiudere la sede del consolato statunitense a San Pietroburgo.
Skripal nel 2006 era stato condannato a 13 anni di carcere dalla Russia per aver passato al servizio segreto di intelligence del Regno Unito, in cambio di 100mila sterline, le identità degli agenti segreti russi che lavoravano sotto copertura in Europa.
Nel luglio 2010 fu uno dei quattro detenuti rilasciati da Mosca in cambio di dieci spie russe arrestate dall’FBI, nell’ambito di uno scambio.
Skripal aveva ricevuto la grazia dall’allora presidente Dmitry Medvedev, oggi primo ministro, ed era subito volato nel Regno Unito, dove aveva ottenuto asilo politico.
Gli scienziati britannici che stanno indagando sull’avvelenamento dell’ex spia hanno detto di non essere in grado di dire dove è stato prodotto il gas nervino utilizzato.
Mosca continua a negare qualsiasi coinvolgimento e ha invitato Londra a esibire le prove in suo possesso che dimostrerebbero la responsabilità della Russia.
Il 12 aprile 2018 l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) ha confermato la tesi britannica sull’avvelenamento dell’ex spia russa Sergej Skripal.
In una nota ufficiale l’organizzazione internazionale ha affermato che le sue analisi hanno confermato le conclusioni di Londra, ma non ha fatto alcun riferimento alla presunta origine russa della sostanza tossica utilizzata nell’attacco a Skripal.
Dopo aver lasciato l’ospedale di Salisbury, Yulia Skripal è stata portata in un luogo sicuro, non meglio precisato.
Qualche giorno dopo la polizia britannica ha pubblicato sul suo sito web una dichiarazione a nome della donna che ha generato perplessità da parte della Russia.
Nel testo la figlia di Skripal afferma che l’ambasciata russa le ha offerto assistenza, ma spiega di non volersene avvalere.
Mosca, però, sospetta che la dichiarazione non provenga da lei e accusa le autorità britanniche di aver rapito la donna.