Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:02
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Siria, cosa è emerso dal vertice tra Erdogan, Putin e Rohani

Immagine di copertina
Hassan Rouhani, Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin, presidenti di Iran, Turchia e Russia. Credit: Afp/Rasit Aydogan / Anadolu Agency

I tre leader si sono impegnati a collaborare per arrivare a un cessate il fuoco e hanno espresso la volontà di separare i terroristi dai ribelli

I presidenti di Turchia, Russia e Iran si sono incontrati il 4 aprile 2018 ad Ankara, in Turchia, per fare il punto sulla guerra in Siria. Recep Tayyip Erdogan, Vladimir Putin e Hassan Rohani si sono impegnati, in una dichiarazione congiunta, a cooperare per ottenere un “cessate il fuoco sostenibile”.

L’agenzia di stampa russa Tass e quella turca Anadolu riferiscono che i tre paesi sono concordi nel voler “separare i gruppi terroristici dai gruppi di opposizione armata” al governo siriano del presidente Bashar al-Assad.

“I presidenti hanno espresso la loro convinzione che non ci può essere una soluzione militare alla guerra e che il conflitto potrebbe essere risolto solo attraverso un processo politico negoziato”, si legge nella dichiarazione.

Il vertice è stato preceduto, il 3 aprile, da un bilaterale tra Erdogan e Putin, nel quale si è parlato soprattutto di missili: in particolare, del possibile acquisto da parte del governo di Ankara di sistemi di difesa aerea russi S-400.

Nello scacchiere di guerra la Russia e l’Iran si trovano schierate dalla stessa parte, al fianco del governo di Assad, che è invece fortemente osteggiato dalla Turchia, che nel nord della Siria combatte le milizie curde.

Putin, Erdogan e Rouhani sono coinvolti nei colloqui di pace di Astana.

Nella nota congiunta, i presidenti “hanno sottolineato il loro forte e continuo impegno nei confronti della sovranità, dell’indipendenza, dell’unità e dell’integrità territoriale della Siria”. “Nessuna delle azioni, indipendentemente da chi siano state intraprese, dovrebbe minare questi principi”, hanno affermato i tre leader.

I rappresentanti di Ankara, Mosca e Teheran, inoltre, “hanno espresso la loro determinazione a schierarsi contro i programmi separatisti volti a minare la sovranità e integrità territoriale della Siria, nonché la sicurezza nazionale dei paesi vicini”.

La guerra in Siria è da poco entrata nel suo ottavo anno. Nell’ultimo mese i due principali eventi all’interno del conflitto sono stati l’offensiva del regime di Damasco sull’enclave ribelle della Ghouta orientale e la conquista della città curda di Afrin da parte dell’esercito turco.

Dopo oltre un mese di assedio, che ha provocato più di 1.300 vittime, di cui circa 300 bambini, le forze fedeli al presidente Assad hanno ormai riconquistato la Ghouta.

Lo scorso primo aprile i ribelli hanno iniziato a lasciare Douma, l’ultima città rimasta sotto il controllo degli insorti. I ribelli del gruppo di Jaish al Islam hanno raggiunto un accordo con Mosca, alleata del presidente Assad.

I combattenti e le loro famiglie raggiungeranno Idlib, provincia ancora in mano ai ribelli nella Siria nord-occidentale, una delle zone di de-escalation stabilite da Turchia, Russia e Iran durante il processo di pace di Astana.

Nel frattempo l’esercito di Ankara è invece ancora impegnato sul fronte settentrionale. Le truppe turche a gennaio hanno lanciato l’operazione Ramoscello d’ulivo per sottrarre i territori più vicini al confine con la Turchia ai curdi e, in particolare, alle milizie dell’Ypg, l’Unità di protezione popolare che Erdogan considera un’organizzazione terroristica.

Il 18 marzo 2018 le forze armate della Turchia hanno annunciato la presa della città di Afrin, a nord di Aleppo, il più importante obiettivo dell’offensiva.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Record di esecuzioni in Arabia Saudita: giustiziate 330 persone soltanto nel 2024
Esteri / Iran: il governo revoca il bando a WhatsApp e Google Play
Esteri / Nave cargo russa affonda nel Mediterraneo: il giallo sul trasporto di armi dalla Siria
Ti potrebbe interessare
Esteri / Record di esecuzioni in Arabia Saudita: giustiziate 330 persone soltanto nel 2024
Esteri / Iran: il governo revoca il bando a WhatsApp e Google Play
Esteri / Nave cargo russa affonda nel Mediterraneo: il giallo sul trasporto di armi dalla Siria
Esteri / Donald Trump vuole il controllo della Groenlandia e del Canale di Panama
Esteri / Paesi Bassi: 5 condannati per gli scontri di Amsterdam con i tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv
Esteri / Mi manda Donald Trump: ecco chi è Tilman Fertitta, nominato prossimo ambasciatore Usa in Italia
Esteri / Raid di Israele a Gaza City: ucciso un operatore della Protezione civile. Almeno 45.338 morti nella Striscia dal 7 ottobre 2023. Qatar: "I colloqui per la tregua continuano". Tel Aviv chiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu per condannare gli attacchi Houthi. Il ministro della Difesa Katz: "Prenderemo di mira i leader del gruppo in Yemen". Il governo Netanyahu ordina altri missili
Esteri / La battaglia dell’Antitrust a Google sul caso Chrome
Esteri / Guerra in Ucraina, Donald Trump: “Vladimir Putin vuole un incontro il prima possibile”. Ma Mosca frena
Esteri / Gaza: oltre 45.300 morti dal 7 ottobre 2023. Al-Jazeera: “Altre 14 vittime nei raid odierni di Israele". Israele, attentato contro un soldato a Gerusalemme: ferito l'aggressore. Libano: il premier Mikati visita le postazioni militari nel sud. Siria: il leader di Hts riceve a Damasco il ministro degli Esteri giordano Safadi