Siria, a Raqqa scoperta una nuova fossa comune con 200 corpi
Fossa comune Siria | Scoperti 200 corpi | Osservatorio per i diritti umani
FOSSA COMUNE SIRIA – L’orrore della guerra in Siria. A Raqqa, nel Nord del Paese, è stata scoperta una nuova fossa comune dove sono stati estratti circa 200 corpi.
A riferirlo è stato l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che è in contatto con fonti locali e ricercatori umanitari sul terreno. Nella fossa comune ci sono anche i resti di corpi di donne uccise per lapidazione dall’Isis.
Fossa comune Siria | Trovati 200 corpi, anche di donne uccise per lapidazione dall’Isis
Dal 2014 al 2017 Raqqa era stata la capitale del cosiddetto ‘Stato islamico’ in Siria. Stando a quanto riferito dall’Osservatorio, oltre a quelli di donne con segni di lapidazione, altri resti umani sono avvolti in brandelli di vestiti arancioni, come quelli usati dall’Isis per abbigliare i condannati a morte prima dell’esecuzione e che ricordano a loro volta le vesti arancioni dei prigionieri del carcere americano di Guantanamo.
Il ritrovamento di un’altra fossa comune era stata rinvenuta poche settimane fa, a fine maggio, in una località nei pressi di Dayr az Zor, in un’area della Siria orientale a lungo controllata dall’Isis.
In aprile poi, sempre a Raqqa, era stata trovata una fossa comune con i resti di circa 1.700 corpi.
In Siria la battaglia dei combattenti dell’Isis non si è conclusa. Come raccontato in un reportage di TPI in un’area ancora contesa tra il governo di Damasco, la Turchia e i residui del sedicente Stato islamico (nel Rojava, zona autonoma curda nel Nord-Est del paese) da alcune settimane “misteriosi” incendi stanno distruggendo i campi di grano, proprio nella stagione dei raccolti.
Stando a quanto raccontato da testimoni e documentato dalle fotografie: il fuoco è stato appiccato da cellule dormienti dell’Isis, dal governo siriano e da soldati turchi con l’obiettivo di colpire l’economia locale, basata al 70 per cento sull’agricoltura. Decine di famiglie hanno perso la loro casa. Sono stati perse alcune decine di ettari di raccolto, per un danno economico di 19 miliardi di sterline siriane, pari a oltre 32 milioni di euro.