Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:31
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Il business della morte: così la Russia usa la guerra in Siria per fare soldi con le armi

Immagine di copertina

L'intervento militare di Putin in Siria, dal settembre 2015, a sostegno di Assad, si sta rivelando un fruttuoso business: la Russia testa le sue armi e le rivende in giro per il mondo

L’intervento militare della Russia in Siria, dal settembre 2015, a sostegno del dittatore Bashar Al-Assad, non è stato solo il tentativo di mantenere un alleato storico nella regione e collocarsi come interlocutore chiave in quell’importante area del Medioriente.

L’operazione in Siria del Cremlino, che fino ad oggi è costata poco più di 500 milioni di dollari, si sta rivelando un fruttuoso business: solo nell’ultimo anno la Russia avrebbe incassato 37 miliardi di euro in vendite di armamenti e munizioni russe nel mercato estero, con una crescita dell’8,5 per cento rispetto al 2018.

E questo proprio grazie alla guerra in Siria: 180mila chilometri quadrati di territorio siriano sono quanto basta per introdurre e testare i nuovi armamenti dell’industria bellica russa, sotto gli occhi dei clienti cinesi, sudamericani, sauditi, indiani.

La Siria sarebbe stato un grande terreno di prova dove mostrare la potenza delle nuove dotazioni in forza all’esercito del Cremlino, pronte poi per essere rivendute in tutto il mondo.

Il laboratorio Siria

Circa 200 nuove armi, aerei ed altri dispositivi bellici sono stati introdotti e testati per la prima volta in Siria, riuscendo cosi a verificarne l’efficacia e i difetti. A confermarlo è il ministro della Difesa del Cremlino  Sergei Shoigu in un’intervista ad una testata locale russa.

I nuovi carri armati T90, tra i più utilizzati nell’esercito russo, raggiungono la base russa di Tartus e Hamimya in Siria nel 2015 e vengono impiegati immediatamente sul fronte, in dotazione all’esercito di Assad così come i nuovi caccia Suchoi-35, che iniziano a bombardare le postazioni di Daesh e le aree controllate dall’opposizione siriana in tutto il paese.

Tra gli esperimenti anche il lancio nell’ottobre 2015 dei missili balistici Calibar, che con una gittata di 1500 chilometri, sono stati lanciati dalla marina russa dal Mar Caspio, e attraverso l’Iran e Iraq, hanno colpito obbiettivi dell’Isis in Siria.

Human Rights Watch in un rapporto sulla Siria accusa il Cremlino di aver condotto dei bombardamenti con le cluster bomb o bombe a grappolo, colpendo in maniera indiscriminata aree  civili.

La Russia infatti non è tra i firmatari della Convenzione Onu contro l’utilizzo di questi micidiali ordigni. Ad usare simili bombe, ma con l’aggiunta di chiodi, anche le Tiger Forces, le forze speciali siriane alleate di Mosca, accusati di crimini di guerra e i cui dirigenti sono sulla black list di Europa e Stati Uniti.

Dopo i test sul campo, vecchi e nuovi clienti

Come riporta Al Jazeera dopo appena un anno dall’utilizzo dei nuovi T90 in Siria, nel 2016 sia l’Algeria che l’India si mostrano interessati ai potenti corazzati russi così come l’Arabia Saudita, nonostante sul fronte siriano sostenga militarmente l’opposizione siriana.

Anche nella guerra civile in Yemen, sono molto richiesti i T90 utilizzati dalle milizie sciite Houthi nei combattimenti contro la coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Secondo il the  Royal Istitute International Affairs tra 2000 al 2016 il Medioriente rappresenterebbe per il Cremlino la terza regione più importante per export bellico, con vecchi clienti come l’Iraq, Siria, Yemen e nuovi come Algeria ed Emirati Arabi.

In una regione sottolinea il rapporto, in continuo mutamento e dunque con crescenti opportunità di vendita. Il totale dell’export russo 2019 si dividerebbe in un 55 per cento verso Algeria, India e Cina, 17 per cento Africa e 16.5 per cento in Medioriente e il restante verso il Sud-est asiatico e Sudamerica, come riporta il Stockholm International Peace Research Institute.

Il Medioriente e il Nordafrica rimangono regioni, sottolinea il rapporto, in continuo mutamento e dunque con crescenti opportunità di vendita. Basti pensare che tra il 2009 e il 2013 in Iraq, il Cremlino ha aumentato il volume delle vendite di armi nel paese arabo dilaniato dalla guerra del 780 per cento e in Egitto tra il 2014 e il 2018 del 150 per cento.

La crescita dell’export russo

I numeri dell’export bellico russo per il mercato estero ha avuto un’impennata a seguito dell’intervento militare in Siria.

Nel 2013 così come nel 2014 il Cremlino ha venduto armi per un valore di circa 10miliardi di dollari, mentre nel 2015 il business si attestava intorno ai 14miliardi di dollari, come riporta Al Jazeera.

Dal 2016 invece il Ministero della difesa russo stimava vendite future per 56miliardi per il mercato estero, mentre in realtà l’export si è attestato a 37 miliardi per il 2019, un record che porta la Russia a secondo paese al mondo, dopo gli Usa, per volume di affari nel settore bellico.

Le aziende del Cremlino specializzate nella produzione di armamenti, in particolare la privata Uralvagonzavod e la statale Almaz-Antey sono entrate nelle prime dieci aziende al mondo per volume d’affari nel 2019.

Secondo stime del The Syrian Network For Human Rights, riportate dal Sole 24 ore, le vittime del conflitto siriano sarebbero circa mezzo milione.

Tutte le ultime notizie sulla guerra in Siria
L’ascesa della Russia di Putin non passa solo dalla Siria (di Andrea Lanzetta)
Siria Russia: altro che difendere i curdi, Putin vuole prendersi il Medio Oriente (di Giulio Gambino)
Ti potrebbe interessare
Esteri / Record di esecuzioni in Arabia Saudita: giustiziate 330 persone soltanto nel 2024
Esteri / Iran: il governo revoca il bando a WhatsApp e Google Play
Esteri / Nave cargo russa affonda nel Mediterraneo: il giallo sul trasporto di armi dalla Siria
Ti potrebbe interessare
Esteri / Record di esecuzioni in Arabia Saudita: giustiziate 330 persone soltanto nel 2024
Esteri / Iran: il governo revoca il bando a WhatsApp e Google Play
Esteri / Nave cargo russa affonda nel Mediterraneo: il giallo sul trasporto di armi dalla Siria
Esteri / Donald Trump vuole il controllo della Groenlandia e del Canale di Panama
Esteri / Paesi Bassi: 5 condannati per gli scontri di Amsterdam con i tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv
Esteri / Mi manda Donald Trump: ecco chi è Tilman Fertitta, nominato prossimo ambasciatore Usa in Italia
Esteri / Raid di Israele a Gaza City: ucciso un operatore della Protezione civile. Almeno 45.338 morti nella Striscia dal 7 ottobre 2023. Qatar: "I colloqui per la tregua continuano". Tel Aviv chiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu per condannare gli attacchi Houthi. Il ministro della Difesa Katz: "Prenderemo di mira i leader del gruppo in Yemen". Il governo Netanyahu ordina altri missili
Esteri / La battaglia dell’Antitrust a Google sul caso Chrome
Esteri / Guerra in Ucraina, Donald Trump: “Vladimir Putin vuole un incontro il prima possibile”. Ma Mosca frena
Esteri / Gaza: oltre 45.300 morti dal 7 ottobre 2023. Al-Jazeera: “Altre 14 vittime nei raid odierni di Israele". Israele, attentato contro un soldato a Gerusalemme: ferito l'aggressore. Libano: il premier Mikati visita le postazioni militari nel sud. Siria: il leader di Hts riceve a Damasco il ministro degli Esteri giordano Safadi