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Siria, ribelli jihadisti e filo-turchi prendono il controllo di Aleppo: decine di migliaia di civili in fuga. Italiani evacuati

Immagine di copertina
Credit: AGF

Decine di migliaia di civili sono in fuga da Aleppo, città nel nord-ovest della Siria, dopo che i ribelli filo-turchi e i jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham hanno lanciato una vasta offensiva contro le forze governative fedeli al regime di Bashar Al Assad.

Secondo quanto riferiscono l’Osservatorio siriano per i diritti umani e l’agenzia di stampa turca Anadolu, i ribelli hanno preso il controllo della maggior parte della città e dei centri governativi e delle prigioni e hanno conquistato l’importante base militare di Saraqib, a una cinquantina di chilometri a sud di Aleppo, che si trova in una posizione strategica sull’autostrada per la capitale Damasco.

Nel pomeriggio di oggi, sabato 30 novembre, gli jihadisti hanno diffuso un comunicato in cui annunciano l’imposizione di un coprifuoco di 24 da oggi alle 17 ore locali (le 16 in Italia) fino alla stessa ora di domani.

Dall’Italia, intanto, fonti della Farnesina fanno sapere che si sta coordinando con l’Onu l’evacuazione degli italiani e dei funzionari stranieri da Aleppo. Le Nazioni Unite hanno avviato un’evacuazione da Aleppo verso Damasco e un primo convoglio di auto – alcune con italiani a bordo – è già in viaggio per uscire dalla città. Altri pullman organizzati dall’Onu sono in attesa di uscire.

L’Ambasciata italiana a Damasco – retta da poco dall’ambasciatore Stefano Ravagnan, già inviato speciale della Farnesina per la coalizione anti-Isis – riceverà i connazionali, in maggioranza con doppia cittadinanza. Una volta arrivati a Damasco si valuterà il da farsi: ossia se farli restare nella capitale siriana o spostarli altrove.

“Seguo con attenzione gli sviluppi in Siria con particolare riguardo alla situazione ad Aleppo. L’Ambasciata italiana in Siria sta fornendo assistenza ai nostri connazionali”, scrive su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Secondo Times of Israel, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu terrà questa sera una riunione speciale sulla sicurezza per discutere dei nuovi scontri interni in Siria e del cessate il fuoco in Libano. L’emittente israeliana Channel 12 riferisce che Netanyahu sarebbe preoccupato per le potenziali ricadute degli sviluppi in Siria, così come per la possibilità che armi strategiche siriane non specificate finiscano in mano alle milizie filo-iraniane.

Nel conflitto interviene anche la Russia – alleata di Assad – che oggi ha lanciato raid aerei contro i ribelli: è la prima volta che i caccia di Mosca intervengono nella zona dal 2016.

I ministri degli Esteri russo e iraniano in una una telefonata hanno espresso “preoccupazione per la pericolosa escalation in Siria” e concordano “sulla necessità di intensificare gli sforzi congiunti per stabilizzare la situazione in Siria, discutendone urgentemente nell’ambito del formato di Astana”.

L’Iran ha denunciato che “elementi terroristici armati” hanno attaccato il suo consolato ad Aleppo, in Siria. Il portavoce del Ministero degli Esteri di Teheran, Ismail Baqaei, citato dall’agenzia Irna, ha sottolineato che la Repubblica islamica “perseguirà seriamente questa aggressione, sia legalmente che a livello internazionale” e ha assicurato che nessuno è rimasto ferito nell’attacco.

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha avuto un colloquio telefonico anche con il suo omologo turco Hakan Fidan: entrambi i ministri “hanno espresso la forte preoccupazione per gli sviluppi pericolosi” in Siria.

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