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Siria, raid del regime a Idlib uccide almeno 6 turchi. In una settimana 150mila sfollati

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Credit: EPA/YAHYA NEMAH

Siria, raid del regime a Idlib uccide almeno 6 turchi. In una settimana 150mila sfollati

Raid condotti dal regime di Damsco a Idlib, in Siria, hanno provocato almeno 6 vittime turche e 9 feriti, secondo quanto riferiscono le forze armate di Ankara. I morti sono 5 soldati e un membro del personale civile. Nella rappresaglia turca, condotta con artiglieria e da caccia F-16, sono morti almeno 30-35 soldati siriani, secondo quanto comunicato alla stampa dallo stesso presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. La risposta ha preso di mira “circa 40 postazioni” del regime di Bashar al Assad indicate dai servizi segreti.

Nell’ultima settimana, 151 mila persone sfollate da Idlib, nel nord-ovest della Siria, si sono dirette verso la frontiera turca a seguito dei raid del regime siriano e della Russia contro la roccaforte ribelle nel nord-ovest della Siria, come riferisce Muhammad Hallaj, direttore del Coordinamento per la risposta alle operazioni in Siria, organizzazione vicina ad Ankara. Da inizio novembre, quando è ripresa l’offensiva governativa, gli sfollati sono in tutto 692 mila, secondo la stessa fonte.

La Turchia nei giorni scorsi ha denunciato diverse violazioni della tregua nella zona di de-escalation di Idlib, concordata da Erdogan con l’omologo russo, Vladimir Putin. “Voglio dire alle autorità russe che il nostro bersaglio non siete voi, ma il regime. Non opponetevi”, ha detto il presidente turco.

Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, si è detto “preoccupato” per gli attacchi dei miliziani nella regione siriana di Idlib, come riporta l’agenzia Interfax. “Le forze armate russe e quelle turche sono in contatto permanente”, ha aggiunto Peskov.

“Le unità turche sono state spostate all’interno della zona di de-escalation di Idlib nella notte tra il 2 e il 3 febbraio senza avvertire la parte russa e sono finite sotto il fuoco aperto dai governativi contro i terroristi a ovest di Serakab”, ha dichiarato il ministero della Difesa russo, ripreso dalla Tass.

“La Turchia ha risposto e continua a rispondere a questo attacco con forza. Non possiamo restare in silenzio mentre i nostri soldati vengono uccisi. Continueremo a chiederne conto”, ha dichiarato Erdogan, parlando alla stampa prima di imbarcarsi per Kiev, dove oggi partecipa all’Alto consiglio strategico tra Turchia e Ucraina.

“Quelli che mettono alla prova la determinazione della Turchia con questo genere di attacchi capiranno di aver commesso un grave errore. Il nostro Paese è determinato a proseguire le operazioni per garantire la sicurezza del nostro popolo e dei nostri fratelli” siriani “a Idlib”, ha aggiunto il leader di Ankara, facendo riferimento alle decine di migliaia di sfollati.

Intanto, il pattugliamento militare congiunto tra le forze di Turchia e Russia previsto oggi nella zona di Kobane è stato annullato a seguito dei raid del regime. Il pattugliamento era previsto nell’ambito degli accordi siglati a ottobre tra Erdogan e Putin per porre fine all’offensiva di Ankara contro le milizie curde nel nord-est della Siria.

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